cronaca

L’Ad: "Ottimista, prevedo che vada a riparto"
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Nel giorno del via all’aumento di capitale, l’amministratore delegato di Carige Paolo Fiorentino non nasconde il suo ottimismo di fronte al mondo dell’informazione che lo incalza sull’operazione che deve rappresentare il momento della svolta per il futuro dell’istituto di credito. Le sue dichiarazioni (“Penso che si vada a riparto”, “Avrei fatto l’aumento di capitale anche senza il consorzio di garanzia se fosse stato possibile”) inducono a guardare al futuro con uno stato d’animo completamente diverso da quello dello scorso fine settimana.

Oggi Fiorentino ricorda che “gli azionisti forti hanno confermato e incrementato il loro impegno e 300 milioni di aumento è già coperto dagli impegni sottoscritti”, e si rivolge ai genovesi chiedendo fiducia: “In realtà quella non è mai mancata: famiglie e imprese la hanno sempre avuta nei confronti della banca. Semmai dobbiamo recuperare la fiducia dagli azionisti”.

Dal punto di vista tecnico, Fiorentino spiega che "Nell'aumento la parte retail avrà un ruolo importante: è il 54% degli azionisti ed ha sempre agito con responsabilità seguendo la banca. L'andamento del titolo anche oggi, soprattutto per gli scambi, testimonia grandissima attenzione e vivacità. Il mercato intorno a Carige è viva come viva a pulsante è la banca. Con il nuovo sistema rolling dopodomani avremo già un quadro della giornata. C'è la novità della partenza al mercoledì perché avevamo urgenza di partire".

Intanto si delinea così la situazione relativamente alla ricapitalizzazione: gli impegni di sottoscrizione dei soci di Banca Carige dell'aumento di capitale ammontano a 128,5 milioni di euro ma, al fine di ridurre il rischio di inoptato del consorzio di garanzia, sono stati conclusi una serie di contratti per assegnare a investitori azioni eventualmente rimaste inoptate per un controvalore massimo di circa 234,5 milioni di euro. Contratti che, subordinatamente ad alcune condizioni, fanno salire la copertura a 363 milioni. Tra questi figura un'opzione concessa dal consorzio di garanzia a Malacalza Investimenti, titolare del 17,6% del capitale, per cedere eventuali azioni inoptate per un controvalore massimo di 69,5 milioni. Malacalza, che potrà acquistare le azioni "a propria assoluta e insindacabile discrezione", potrebbe così salire al 28% di Carige, nel caso disco verde della Bce.

"Con me il Cda sta imparando a correre – ha poi commentato l'a.d di Carige, in riferimento all’attuazione del piano industriale - Il Cda del quale ho la delega mi ha dato fiducia per tutte queste operazioni straordinarie. La velocità che stiamo dando al piano non può prescindere dal fatto di avere un consiglio che ti viene dietro".

Guardando invece allo scorso fine settimana Fiorentino ha detto che "Non c'è stato un problema fra gli azionisti e le banche del consorzio di garanzia per l'aumento di capitale, perché evidentemente la controparte delle banche del consorzio è Carige - ha precisato l'ad - Per noi il tema è stato, in una situazione di mercato estremamente difficile, profilare il rischio dell'operazione per le banche. Il nostro dibattito si è orientato ad aggiungere ulteriore commitment a quello, importante, che c'è stato da parte dei nostri azionisti, questo ha riprofilato di fatto il rischio e ha reso le banche del tutto tranquille sul poter sottoscrivere il contratto di garanzia".