cronaca

Indagini in corso: guerra tra bande o motivi sentimentali
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È ancora un mistero la sparatoria da far west avvenuta in via San Quirico domenica mattina. Due auto bruciate e un palazzo crivellato di colpi da carabina, con segni evidenti sul portone, su una delle finestre e sulle pareti. Due le ipotesi battute dagli inquirenti: una guerra tra bande di ladri o una vendetta sentimentale.

Uno dei pochi elementi accertati è che l'appartamento preso di mira è abitato da rumeni, tra cui il proprietario di una delle vetture date alle fiamme. "Sono abusivi, come tantissimi altri qui", denunciano alcuni residenti della zona chiedendo al Comune di attivarsi per mettere fine a un'occupazione che andrebbe avanti da ben cinque anni. 

Nel quartiere, adesso, si vive col cuore in gola.
"Siamo in ansia tutti quanti, anche perché in quel palazzo c'erano tanti bambini", racconta una ragazza, madre di una bimba di sei anni, che abita nel condominio dove è iniziata la lite furibonda degenerata in violenza. "Sì, non viviamo nel lusso, ma qua ci conosciamo tutti. Ogni tanto succedono queste cose. Abbiamo consigliato a chi ha bambini di non uscire tardi col cane. Perché adesso, ovvio, si sta con la paura". 

Ma dalle rive del torrente emerge ora con violenza una realtà quotidiana fatta di degrado e disagio. Ammassi di rifiuti, carcasse di auto, officine abusive. In Lungo Polcevera, la strada che confluisce in via San Quirico proprio all'altezza del civico 84, bersaglio degli spari, giorni fa una famiglia assistita dai servizi sociali veniva tratta in salvo dall'inondazione causata dalla rottura dell'acquedotto. E giusto di fronte, sull'altra sponda, nel 2016 si consumava l'omicidio di Francesco La Rosa, vittima di una lite per i confini.