
Quindi c'è l'opportunità per lo spedizioniere doganale di integrarsi in questi circuiti e aiutare le parti ad avere maggiore certezza e chiarezza dei costi". Oggi le spedizioni dalla Cina si fanno soprattutto per via aerea. "Ma in futuro è prevedibile che possano essere anche via mare" sottolinea Pitto. "Ci sono piattaforme, anche online - dice - che consolidano le spedizioni, mettono insieme i singoli pacchi e inviano via aereo, ma se i volumi dovessero aumentare, come è probabile, molte delle aziende cinesi che esportano tramite siti come Alibaba dovranno avere una base logistica in Europa, quindi spedire via mare grandi quantità di merce e poi fare le consegne da un magazzino in Italia o in Europa: con tempi più rapidi e magari costi finali inferiori".
Di questo, ma anche del porto di Genova come terminale nel Mediterraneo per la nuova Via della seta, hanno parlato i protagonisti della missione a Hong Kong. Fra gli altri c'era il presidente dell'Autorità di sistema portuale di Genova e Savona, Paolo Emilio Signorini, che in Italia porta avanti la battaglia - sostenuto anche dal sindaco Marco Bucci - di trasformare le Autorità in società per azioni, anche se il tema lascia freddo il ministro Delrio. "Io sono d'accordo. Se l'Autorità portuale avesse forma di spa potrebbe avere meno burocrazia e procedure più rapide e snelle, non tempi biblici anche per le cose più banali come avviene ora".
IL COMMENTO
Alla politica del futuro di Genova non interessa?
Il nuovo Papa continui a dare speranza