Li hanno trovati a bordo di una chiatta al largo di Lavagna, uno già morto e l'altro gravemente ferito. Un incidente sul lavoro senza testimoni. A perdere la vita è stato Vincenzo Anselmi, 54enne di Milano residente a Rapallo. Con lui c'era Paolo Cò, 27enne, cugino del titolare della Aqua, società che gestisce un allevamento di pesci. A colpirli, probabilmente, è stato un cavo in tensione che si è spezzato da una gru.
A dare l'allarme sono stati i sub che lavoravano con loro. Sul posto sono arrivate le imbarcazioni di soccorso della capitaneria di porto di Santa Margherita Ligure insieme al comandante Antonello Piras, i vigili del fuoco, il pm Marcello Maresca per coordinare le indagini. A terra, nel porto turistico di Lavagna, le ambulanze del 118 che hanno trasportato il 27enne al San Martino di Genova, dove è ricoverato in pericolo di vita per le amputazioni e le lesioni al torace.
La dinamica è ancora da accertare. I due erano sulla chiatta 'AquaII' per riposizionare alcune vasche dopo la violenta mareggiata degli scorsi giorni. A quanto risulta non ci sarebbero testimoni diretti in quanto la persona morta e il ferito erano soli a bordo. L'imbarcazione è dotata di una piccola gru usata per spostare le vasche dell'impianto e le reti con il pescato. Potrebbero essere stati colpiti da un cavo in tensione che si è spezzato. Al lavoro c'erano anche alcuni sub che a quanto sembra erano sott'acqua al momento dell'incidente e si sono accorti della tragedia quando sono riemersi.
Il magistrato ha disposto il sequestro della motobarca di 12 metri dove è avvenuto il duplice infortunio. Nessun provvedimento invece per ora è stato preso per l'impianto di itticultura posto fra la foce dell'Entella e Punta Manara. Paolo Cò ha subito un intervento alle gambe. L'indagine della Capitaneria di Porto di Santa Margherita e di Lavagna è condotta dal comandante Antonello Piras che ha interrogato quattro colleghi delle due vittime dell'infortunio che potrebbero avere assistito all'incidente. Indagine parallela è stata avviata dall'ispettorato del lavoro.
Dalla prima ricostruzione l'equipaggio dell'imbarcazione su cui è avvenuta la tragedia stava operando insieme ad altre due a distanza di alcune centinaia di metri l'una dall'altra nell'impianto di 200 mila metri quadrati. Ogni imbarcazione aveva due operatori a bordo e due sub che lavoravano nei fondali, a circa 30 metri di profondità. Obiettivo: sistemare gli ancoraggi e gli ormeggi dei sette vasconi che potevano essere stati danneggiati dalle recenti mareggiate. Vasche che contengono tonnellate di orate e branzini per buona parte da prelevare prima delle festività natalizie. Fra le ipotesi al vaglio quella di un errore umano o di difetto del verricello della gru: il cavo d'acciaio si è rotto e ha investito i due marittimi. Il cinquantenne è stato avviluppato, stritolato, ed è morto quasi subito. Il ventisettenne invece è stato investito con una frustata che gli ha provocato lacerazioni alle gambe e contusioni al torace.
cronaca
Lavagna, incidente choc in mare: un morto e un uomo in fin di vita
Tranciati da un cavo mentre lavoravano su una chiatta
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