Il convegno crossmediale andrà in onda alle 21 sul canale 10 e alle 22 sul canale 12.
Le round table moderate dal direttore di Primocanale, Andrea Scuderi, hanno visto, dopo l'introduzione di Carla Roncallo, presidente dell'autorità portuale del Mar Ligure Orientale, la partecipazione di Antonio Musso (ad Gruppo Grendi), Daniele Testi (direttore marketing di Contship Italia Group), Bruno Pisano (vicepresidente Anasped), Elvio La Tassa (delegato direzione Ufficio dogane), Marco Zucca (presidente di SVAR - Società Valorizzazione Aree Retroportuali), Pier Gino Scardigli (presidente Scuola Nazionale Trasporti), Francesco De Pasquale (sindaco di Carrara), Marco Moretti (Fit Cisl), Marco Furletti (Uiltrasporti), Camillo Costanzo (Filt Cgil), Edoardo Rixi (assessore allo sviluppo economico della Regione Liguria).
A che punto è l'accorpamento?
"Abbiamo ancora da lavorare sulla parte operativa, forse più a Carrara che alla Spezia - spiega la presidente Roncallo - Ora stiamo facendo bandi di gara per introdurre nuovi operatori e fare sistema, come la legge vorrebbe. Le indagini? Ormai stiamo lavorando a pieno regime.
I progetti per il futuro
Spiega ancora Roncallo: "Stiamo cercando di attuare il piano regolatore, abbiamo cercato di dare una scossa a tutti i progetti, a partire dai binari della nuova stazione ferroviaria per cui sono previsti 40 milioni stanziati dal Cipe, ora partiranno i lavori. Poi le barriere antirumore nella zona del Canaletto, un problema molto sentito, e le due grosse opere dei privati, Terminal del Golfo e Spezia Container Terminal, stiamo facendo in modo che possano partire il prima possibile".
Il rapporto con Peracchini
"Sono due amministrazioni completamente nuove, alla Spezia e a Carrara, nei primi tempi c'era freddezza - racconta la numero uno dell'autorità portuale - ma ora le difficoltà sono state superate. Ci siamo trovati subito d'accordo sulla necessità del nuovo molo crociere. Stiamo lavorando sul waterfront generale su tutta la Calata Paita. E presto presenteremo insieme qualcosa di convincente".
I numeri del 2017
L'anno scorso il porto ha registrato traffici per 1,272 milioni di TEU. Quest'anno secondo le stime, saranno 1,472, duecentomila in più. Per il porto spezzino si tratta di un record assoluto. Sono i numeri forniti da Carla Roncallo. "Un numero notevole - ha commentato - dovuto al grande lavoro che abbiamo fatto coi terminalisti". Ovviamente ci sono problemi soprattutto per l'autotrasporto: "Nel transitorio stiamo cercando di risolveri con provvedimenti insieme alla Prefettura e il Comune".
Le scommesse dei terminalisti
"La percentuale di merci movimentate in treno è già alta, al 30%, ma deve crescere ancora. Lo chiede il mercato", spiega Daniele Testi, direttore marketing di Contship Italia Group. "Le voci secondo cui ce ne andremo dalla Spezia? Non sono vere", taglia corto Testi. D'altro canto c'è un'altra azienda, Grendi, che punta decisamente su Carrara: "Siamo una novità in quello scalo - spiega l'ad Musso - lì abbiamo trovato casa nostra con un'area sufficiente per gli attuali traffici. Noi siamo specializzati nel traffico sulla Sardegna, un settore di nicchia. Contiamo di rimanere lì nei prossimi anni".
In particolare due le opere attese: il riempimento di Fossamastra e Garibaldi. "A febbraio l'ultimo passaggio burocratico, dopodiché si partirà coi lavori che richiederanno almeno un anno e mezzo o due anni. Fra tre anni avremo un corpo completamente diverso alla Spezia", dice la presidente Roncallo. Sul conflitto con le Marine "rimangono due soli contenziosi - continua la presidente - su Molo Pagliari confidiamo di finire a giugno, da lì in poi ci saranno i veri e propri trasferimenti".
Crociere e merci: una convivenza possibile?
"Dove c'è limite di spazio può capitare che ci siano problemi - spiega Testi di Contship - ma La Spezia non ha alcun limite in tal senso. Quanto sia l'impatto delle crociere o del commerciale, ognuno tira l'acqua al proprio mulino, ma la città deve guardare a entrambe le anime". D'accordo anche Musso di Grendi: "Entrambi i settori sono importanti per lo sviluppo di un porto. Con qualche sforzo di fantasia bisogna trovare soluzioni che possano sviluppare entrambe senza penalizzarle. Puntare solo al turismo? Chi lo dice non sa cosa vorrebbe dire. Ma anche il contrario sarebbe un errore". C'è spazio per tutti? "Se non c'è lo costruiremo - assicura Roncallo - lavoreremo per far coesistere entrambe le realtà".
Spedizionieri e dogane: come velocizzare le merci?
"Abbiamo creato un modello Spezia che negli anni è stato esportato - dice Bruno Pisano, vicepresidente di Anasped - ora ci sono le condizioni per raccogliere questa nuova sfida col nuovo codice doganale e le nuove opportunità offerte da sviluppi informatici e pre-clearing. Possiamo lavorare su questa area vasta, Spezia-Carrara ma anche il retroporto di Santo Stefano Magra. Finalmente alla Spezia c'è una cultura portuale: non più una città con un porto, ma una città portuale". La dogana, spiega il delegato di direzione Elvio La Tassa ha assunto una funzione di garanzia. "Il 95% delle merci oggi esce dal porto nei primi 10 secondi. Il 5% ovviamente soggiace ai controlli, e quello rimane imprescindibile".
Il ruolo dei retroporti
Il prolungamento naturale delle banchine spezzine è il retroporto di Santo Stefano, un'area di 400 mila metri quadrati gestiti per la maggior parte dalla società Svar di cui Marco Zucca è presidente. Lungo quella direttrice corre anche la linea pontremolese, il cui potenziamento è ancora un sogno. "Siamo a un punto critico del progetto - spiega Scardigli, presidente della Scuola nazionale trasporti - ora si parla di una spending review. Ci sarà un raddoppio completo, ma dilatata nel tempo. L'opera non è stata dichiarata prioritaria, quindi sarà completata tra il 2030 e il 2050". Un'occasione perduta? "Abbiamo chiuso quest'anno con 700 mila treni, noi lavoriamo su tutte le linee, anche il Terzo Valico di Genova - risponde Roncallo - Stiamo cercando di capire come migliorare la Pontremolese nell'immediato, la doppia trazione la rende poco competitiva, ma la partita non è ancora chiusa".
Matrimoni e conflitti
"Occorre ridurre la partecipazione pubblica nella società Svar per snellire gli interventi", chiede Zucca. E Roncallo risponde positivamente alla richiesta: "Il pubblico è stato fondamentale, ora invece è bene che queste realtà corrano con le proprie gambe". D'altra parte i rapporti con l'autorità portuale godono di un clima più disteso. "Secondo noi il tempo dei conflitti è superato - conferma Scardigli - ricordo che anni fa si diceva che il porto rappresentava un'attività incompatibile col Golfo della Spezia. Questo clima è cessato, anche se ci sono frange di città che protestano".
Il mondo del lavoro
"Sbloccare i lavori in porto per la crescita occupazionale". È questa la richiesta che giunge dal mondo sindacale rappresentato da Moretti, Furletti e Costanzo per le sigle di categoria di Cisl, Uil e Cgil. "Le imprese, se non si riducono i costi, non assumono ma licenziano. Hanno bisogno di certezze. I ritardi fanno perdere il treno", specifica Costanzo. Altri problemi posti riguardano, ad esempio, l'autotrasporto. "I disagi principali li subiscono proprio i lavoratori e non i cittadini - osserva Roncallo - con ritardi nell'ora di punta. Stiamo lavorando con la Prefettura, stiamo provando ad attenuare questo fenomeno".
Autonomia portuale per le nuove opere
Anche in tema di porti si accende il dibattito sull'autonomia. Secondo l'assessore Rixi è necessario decentrare le decisioni: "Noi vediamo priorità che a volte il Governo non vede, che non servono solo alla Liguria ma a tutto il sistema Italia. Gli operatori sanno bene che, anche con una sola strozzatura, gli investimenti sono tutti invalidati". La presidente dell'autorità di sistema Roncallo puntualizza: "Paradossalmente non abbiamo problemi di risorse. Ogni anno entrano circa 15 milioni. Le opere vanno a rilento per la burocrazia e non certo per problemi di soldi".
Ma, continua Rixi, "avere a disposizione una parte del gettito, anche dell'extra-gettito, potrebbe voler dire realizzare quelle opere in project financing nell'immediato. Se quelle opere non saranno pronte prima degli aumenti dei traffici si creeranno tensioni tra porto, cittadini e operatori. E chi ne farà le spese sarà lo sviluppo economico della regione. La Spezia si è avvantaggiata molto della carenza infrastrutturale di Genova. Questo vorrebbe dire bloccare il Paese su una delle risorse più importanti che ha, il mare".
IL COMMENTO
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