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Dopo l'intervista al presidente e AD del Rina Ugo Salerno
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Ugo Salerno, presidente e amministratore delegato del Rina (mille dipendenti solo a Genova!) nell’intervista a Primocanale chiede ai colleghi imprenditori della città più innovazione. In questa parola spesso nel passato abusata, c’è tutto il futuro di Genova. Ci sono come prima cosa le infrastrutture, ci sono le nuove imprenditorialità digitali, ma c’è soprattutto una mentalità innovata. Il vero sale dell’augurio di Salerno è proprio questo: l’innovazione della mentalità. Che potremmo sintetizzare in due semplici concetti: meno lobbies e più squadre. La mentalità del “fare squadra” può diventare la carta dei prossimi cinque anni in cui ci giochiamo quasi tutto.

Nei prossimi cinque anni sapremo se il terzo valico ci permetterà un collegamento ragionevole con Milano, la gronda avanzata consentirà a un porto in forte rilancio di smaltire merci e container senza ingolfare il nodo autostradale, il piano per il completamento del waterfront sarà in fase di realizzazione, i nuovi ospedali saranno in fase di costruzione, l’edilizia segnerà una ripresa e i turisti avranno definitivamente messo Genova nel bouquet delle città da non perdere.

In questa “innovazione di mentalità” entrerà anche la politica. Toti e Bucci, al di là delle loro collocazioni politiche che possono piacere o meno, ci stanno provando ed è sinceramente fastidioso ascoltare gli uccelletti del malaugurio che preconizzano sfasci quando si affronteranno i dilemmi di Amt e Amiu peraltro scientificamente predisposti dagli stessi che oggi si malaugurano.

La “innovazione di mentalità” significa che Toti e Bucci facciano il loro lavoro di governo serio della Regione e del Comune, ma anche che le opposizioni facciamo il loro altrettanto serio e indispensabile di critica e soprattutto di controllo. I risultati di tutte e due le parti segneranno gli esiti delle prossime elezioni. Chi fallirà nel governo o nell’opposizione le perderà.

Genova e la Liguria hanno spasmodico bisogno di serie opposizioni che non si consumino dietro crocifissi o presepi, ma che costruiscano criticamente lo sviluppo della città e del territorio.

Cinque anni passano in un baleno, quindi non vanno consumati in sciocchezze.