cronaca

Il dibattito dopo l'intervento dell'attrice su Le Monde
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Cara Catherine, mi dispiace dirglielo ma gli uomini non hanno il diritto di importunare le donne.

Scrivo a lei, una tra le cento donne scrittrici, accademiche che hanno aderito alla lettera aperta pubblicata da Le Monde nella quale si condanna la "caccia alle streghe" che è seguita allo scandalo Weinstein a Hollywood. E se in linea teorica potrei essere in parte d'accordo, leggendo e rileggendo le parole che lei ha sottoscritto cresce dentro di me la rabbia.

"Gli uomini - scrivete - sono stati puniti sommariamente (e su questo le do ragione), costretti alle dimissioni quando tutto quello che hanno fatto è stato toccare il ginocchio di qualcuna o cercare di rubare un bacio, parlato di argomenti intimi durante cene di lavoro o aver inviato messaggi a connotazione sessuale a donne per la quale l'attrazione non era reciproca".

Cara Catherine, come fa a giustificare un uomo che tocca il ginocchio a una donna senza il suo consenso? Come fa a ritenere normale parlare di argomenti intimi durante una cena di lavoro? Per non parlare dei messaggi a connotazione sessuale non graditi. Mi sembrano concetti surreali, come se queste cose le avesse scritto un alieno.

Cara Catherine non posso credere che lei così bella e famosa non abbia avuto avances da uomini che lei non gradiva, come fa a dire che è normale? E ovviamente questo non significa che l'uomo non può più sedurre, che l'uomo non può più esprimere il suo interesse ma c'è modo e modo e vale sia per I'uomo che per la donna.

"Lo stupro è un crimine - scrivete - (e ci mancherebbe altro!) ma tentare di sedurre qualcuno, anche ostinatamente o in maniera maldestra, non lo è come la galanteria non è un'aggressione machista".

Cara Catherine non posso credere che lei non abbia chiaro che quello di cui si sta parlando è ben altro. E di certo #metoo, che ha contribuito alla presa di coscienza della violenza sessuale sulle donne, in particolare in ambito lavorativo, non vuole "uccidere" la seduzione, anzi.

Vi concentrate sostanzialmente su una differenza: da una parte la violenza sessuale, che è un crimine, dall'altro il 'rimorchiare'. Di certo il 'rimorchio' non è un reato ma da qui a dire che gli uomini hanno diritto a importunare, magari toccando un ginocchio, ce ne passa.

Cara Catherine, chi decide quanto è giusto importunare? Chi dice quanto quella mano (che su quel ginocchio non ci dovrebbe neanche stare) può salire?

Voi scrivete che siete "abbastanza mature per ammettere che la pulsione sessuale è per sua natura aggressiva e selvaggia ma anche accorte per non confondere corteggiamento maldestro con l'aggressione sessuale".

Cara Catherine Deneuve toccare il ginocchio a una donna che non è d'accordo, che con quel ragazzo/uomo non vuole avere nulla a che fare è una violenza, non è corteggiamento maldestro, è aggressione sessuale. Lo è nel momento in cui io devo subire le mani di chi non voglio sul mio corpo. Lo è nel momento in cui io non sono libera di dire no ed essere ascoltata.

Cara Catherine, siamo sicuramente di generazioni diverse ma non riesco proprio a capirla e non mi stia a dire che era solo uno scritto provocatorio. Le parole hanno un peso e queste pesano come macigni, così come pesa quella mano sul ginocchio magari mentre ci si trova su un treno o ancora peggio a un incontro di lavoro.

Scrivete che "la donna oggi può vigilare affinché il suo stipendio sia uguale a quello di un uomo.."

Cara Catherine, lo sa che oltre a vigilare, per così dire, non ci si può far nulla? Lo sa che ai colloqui di lavoro c'è ancora chi fa firmare le dimissioni in bianco da usare nel momento di una gravidanza?

Lo sa che 25mila neo mamme sono state 'costrette' a lasciare il lavoro perché troppo spesso non si riesce a conciliare lavoro e famiglia?

Voi dite che "questa febbre di inviare i 'maiali' al macello è lungi dall'aiutare le donne" ma serve a quelli che pensano che "le donne sono esseri umani a parte e che devono essere protette".

Cara Catherine le crede che fosse meglio mantenere il silenzio? Questo secondo lei avrebbe aiutato di più le donne vittime dì violenza di ogni forma? Questa "febbre", come insegna la medicina, è un sintomo di un sistema che non va. Una realtà che racconta ogni giorno di donne ammazzate come bestie, spesso davanti agli occhi di figli minorenni, solo perché hanno messo la parola fine a una relazione. Una realtà che ha stipendi diversificati, che parla di annunci di lavoro riservati a "ragazze di bella presenza". Una realtà che pensa sia normale toccare il ginocchio a una donna anche se lei non vuole. Ebbene questa non è la realtà che voglio.

Cara Catherine, quello che poi proprio non posso accettare è il passaggio "la donna non può sentirsi traumatizzata per tutta la vita se qualcuno le si struscia contro sulla metropolitana". Queste parole non le accetto. Non le accetto per superficialità e, mi permetta, stupidità. Non le accetto per tutte quelle ragazze, donne che si sono trovate in un angolo della metro spinte da chi non volevano, loro che hanno provato sulla loro pelle cosa significa non essere libere, cosa significa avere paura ed essere senza via d'uscita.

Non le accetto per le tante, troppe donne che non possono vivere per colpa di un uomo che un giorno ha deciso che dovevano essere solo un oggetto. Non le accetto per chi è riuscita ad accettare di essere una vittima, ed è tutt'altro che facile, e si è ribellata e ancora di più per tutte quelle che questa forza non l'hanno trovata. E a loro auguro di trovarla questa forza e di trovare in fondo al tunnel un uomo che le sappia corteggiare veramente, perché cara Catherine ognuna di noi ama essere corteggiata ma non con una mano sul ginocchio.