Reagisce compatta la sinistra genovese dopo la denuncia di Genova Antifascista che ha postato su Facebook la foto di un militante ferito con una coltellata. L'episodio risalirebbe a venerdì 12 gennaio quando, scrive il gruppo, "un gruppo di antifascisti e antifasciste, intenti ad affiggere manifesti nella zona di piazza Tommaseo, è stato improvvisamente aggredito da circa trenta fascisti militanti appartenenti a Casa Pound, usciti dalla loro sede di via Montevideo". Secondo quanto riportato, "brandivano bottiglie, cinghie e coltelli".
Sul fatto sono in corso le indagini della Digos e al momento non risultano denunce ufficiali, ma la foto online è bastata da sola a far scattare l'allarme e a chiedere in maniera netta l'intervento dell'amministrazione comunale. Scontro politico che si fa ancora più acceso dopo la notizia che Fersido Censi, ex capogruppo della Lega Nord in Municipio Media Valbisagno, ha abbandonato il Carroccio per iscriversi a CasaPound.
I militanti di estrema destra che intorno alle 23 - ora in cui sarebbe avvenuta l'aggressione - si trovavano dentro la sede di Casapound sono già stati praticamente tutti identificati. Ora però occorrerà individuare chi ha partecipato materialmente all'aggressione nonché l'autore materiale di quella che sembrerebbe una coltellata.
Il ferito al momento non ha presentato denuncia. L'aggressione sarebbe avvenuta perché gli antifascisti stavano attaccando manifesti contro la formazione di estrema destra. Nei prossimi giorni sia i militanti di CasaPound sia gli antifascisti che verranno riconosciuti dalle immagini saranno convocati in Questura per fornire la loro versione dei fatti.
Già lunedì la Digos dovrebbe inviare alla Procura di Genova una prima notizia di reato che consentirà di aprire un fascicolo, al momento contro ignoti, per lesioni aggravate.
Nel frattempo, però, è arrivata la smentita di CasaPound Genova che "rigetta l'accusa di aver accoltellato un compagno, dichiarandosi completamente estranea a tale atto" e poi ricorda "una lunga serie di danneggiamenti alla propria sede da parte degli antagonisti, tutti ripresi dai video delle telecamere di sicurezza" e afferma che "la notte tra il 12 e il 13 gennaio, un forte nucleo di antifascisti dopo aver provocatoriamente affisso manifesti infanganti le attività di CPI a favore degli italiani si schierava aggressivamente tra piazza Tommaseo e via Montevideo, minacciando alcune ragazze militanti e simpatizzanti di CPI davanti alla sede. I pochi militanti presenti si sono schierati a difesa, respingendo gli antagonisti che si sono dileguati".
"Ora si sta superando ogni limite - scrive la Cgil in una nota - non possono più essere catalogati come episodi isolati. Il sindaco è anche presidente del Comitato provinciale Antifascista: prenda una netta posizione di condanna e dimostri di meritare questa carica".
"Assordante, ancora una volta, il silenzio del sindaco di Genova, che dovrebbe tutelare la sicurezza della città e dei genovesi, ponendo delle distanze inequivocabili con certi movimenti. Distanze che non sono mai arrivate", attacca Sinistra Italiana.
E così anche Articolo Uno-Mdp: "Ormai è evidente a chi vuole vedere i fatti e non nascondersi dietro un dito che non si tratta di casi isolati, come sostengono esponenti della destra di governo, ma di una escalation di azioni che dalle intimidazioni alle violenze verbali o ai simboli fascisti su sedi di associazioni democratiche, passa ora alle squadracce dei fascisti e alle coltellate. Chiediamo alle istituzioni locali in primo luogo, al governatore Toti e al sindaco Bucci, di uscire dall'ambiguità e di condannare senza appello i gruppi neofascisti".
Il deputato di Possibile Luca Pastorino chiede inoltre "di distanziarsi da queste becere violenze e non esserne corresponsabile, a partire dal supporto per la certificazione delle firme di Casapound per le prossime elezioni".
Il Pd, intanto, porterà martedì in consiglio comunale una mozione insieme a Lista Crivello che impegna il sindaco e la giunta "a non concedere spazi o suolo pubblici a coloro i quali non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti" e "a promuovere iniziative culturali affinché sia mantenuta la memoria storica e sia posto all'attenzione, soprattutto delle giovani generazioni, l'affacciarsi di nuovi fascismi che mettono in discussione i principi democratici e di pacifica convivenza". Provvedimento simile a quello già approvato dal comune di Sestri Levante (a guida Pd) e presentato a Chiavari dall'opposizione (di centrodestra) guidata dall'ex sindaco Levaggi.
Clima che si preannuncia dunque molto teso verso il corteo del 3 febbraio, organizzato sempre da Genova Antifascista per ribadire che "la città che vogliamo - si legge nel manifesto - è antirazzista, antisessista, anticapitalista, contro l'omofobia, solidale e accogliente". Il concentramento è previsto per le 15 in piazza De Ferrari. Corteo che a questo punto dovrebbe essere il più inclusivo possibile e vedere la partecipazione anche di Anpi e Cgil pur senza bandiere.
In previsione della mobilitazione, mercoledì 17 gennaio al teatro degli Zingari si terrà un'assemblea per fare il punto della situazione. Il 31 gennaio in piazza De Ferrari si terrà un'assemblea pubblica. Nella settimana precedente, il 24 gennaio, la Cgil organizza alla sala chiamata del porto un "momento di approfondimento" sui temi dell'antifascismo e antirazzismo: "Serve un profondo e capillare lavoro sociale, culturale, informativo, servono politiche che superino le diseguaglianze e promuovano la tolleranza, ma non va assolutamente trascurata la vigilanza e la mobilitazione. Ciò che i nostri genitori e i nostri nonni hanno sconfitto 70 anni fa, non tornerà".
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"Antifascisti aggrediti da CasaPound": sale la tensione, il 3 febbraio corteo
"Il sindaco prenda posizione". Il movimento smentisce
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