Giornata interamente dedicata al porto petroli su Primocanale, nei giorni in cui si discute dell'ultima ipotesi che preoccupa Multedo, quella di un deposito di gas naturale liquido (GNL), idea contenuta nell'istanza di proroga della concessione decennale presentata all'autorità di sistema portuale.
Un'ipotesi che torna a mettere al centro il rapporto tra lo scalo petrolifero e la città: in molti a Multedo speravano, e continuano a sperare, che la ridiscussione della concessione fosse l'occasione per ottenere opere di compensazione, una sorta di risarcimento del porto Petroli ai quartieri che stanno pagando il prezzo più alto in termini di qualità ambientale e di vita. Il nuovo deposito, in base alle informazioni che abbiamo raccolto, dovrebbe sorgere negli spazi già a disposizione di porto Petroli, in una delle banchine presenti.
La discussione sullo spostamento del polo petrolchimico si intreccia alla vertenza Ilva. Oggi si riunisce il vertice tra Toti, Bucci, il commissario Laghi, Signorini, il capo di gabinetto del Mise e l'ad di Mittal. Nella trattativa sulle aree coinvolte dall'accordo di programma, riaperta col benestare dei sindacati nell'ultimo tavolo romano, un pezzo di Ilva potrebbe essere 'ritagliato' per metterci i depositi di Superba e Carmagnani, salvando così i lavoratori in esubero ma anche i cittadini di Multedo e la Lanterna (altra ipotesi avanzata per collocare i cisternoni insieme all'ex scalo oli minerali a Sampierdarena).
Dalla politica intanto arriva una reazione unanime: Multedo non può sopportare un'altra servitù industriale. "Multedo dopo settant'anni di servitù petrolchimiche e di depositi costieri si aspettava ben altro. Se questa è la risposta, non passerà inosservata. La gente prenderà posizione contro questa ipotesi scellerata", attacca Mauro Avvenente, ex presidente del Municipio Ponente e consigliere comunale del Pd.. Contrario, come prevedibile, il Movimento 5 Stelle. "Multedo va liberata dalle servitù a rischio di incidente rilevante, dobbiamo fare un progetto per liberare e non pensare di aggiungerne", commenta Luca Pirondini, consigliere comunale a Tursi. "Perplesso" anche il leghista Alessio Piana, presidente del Consiglio comunale e residente nella zonam, che spinge in alternativa per l'isola dismessa al largo del porto.
Durante il Live News Mattina è intervenuto anche il senatore Liguria Civica Maurizio Rossi, che ha affrontato il tema: "La riflessione a Primocanale era partita dal fatto che esistono due tipi di porti nel paese, quelli che sono lontani dalle città e quelli nei centri. Genova è proprio uno di questi. Il problema è che vengono fatte concessioni da parte delle autorità senza considerare quello che avviene 50 m più in là, dove ci sono le abitazioni. È bene sapere che nel giro di 2 anni scadrà la concessione a Porto Petroli, che è di proprietà in parte di Eni e in parte anche della Iplom, responsabile del disastro ambientale del 2016. Ha fatto una richiesta per altri 10 anni. Noi come Primocanale abbiamo denunciato questa situazione, ritenendo che il sindaco Bucci, le autorità regionali competenti e il presidente Signorini debbano dare disponibilità al rinnovo soltanto a determinate condizioni. In occasione del convegno, dove era presente anche il presidente di Porto Petroli Maugeri, è stata omessa la richiesta di mettere dei serbatoi GNL, il nuovo carburante pulito per le navi, richiesta che è stata portata alla luce da noi dato che il problema sarà dove posizionarli. Quattro possibili soluzioni: la Porto Petroli, l'ex carbonile sotto la Lanterna, Calata Olii Minerali o eventualmente le aree Ilva. L’impegno che ci eravamo presi era quello di fare oggi il punto sulla situazione assieme ma non ci sono state molte spiegazioni da parte delle autorità, a parte il presidente Signorini che è stato chiaro. Il sindaco Bucci non ha ancora espresso il suo parere sulle tubature, che non devono più sottostare a certe norme di sicurezza: il Comune deve prendere una posizione su questo così come la Regione. Per queste tubature che dal porto giungono fino a Busalla vengono pagati 1300 euro all'anno alla città".
“È incredibile che debba apprendere la notizia del possibile nuovo deposito a Multedo da Primocanale. A tutt'oggi non c'è ancora stato un incontro per informarci di quello che succederà nel nostro quartiere, questo è incredibile – così il presidente del Municipio Ponente Claudio Chiarotti -. Per quanto riguarda le navi è sicuramente un aspetto positivo lo sviluppo economico dell'area ma non si può pensare di caricare ulteriormente il territorio di Multedo, già pesantemente provato e sensibile ai problemi ambientali. E' necessario rivedere le condizioni della concessione e trovare soluzioni alternative. Noi siamo disponibili per il confronto, ma in questa fase non c'è stato e il fronte mare non è concentrato a Multedo. Va bene lo sviluppo petrolchimico commerciale, ma non si può guardare solo lo sviluppo economico, bisogna che ci sia un equilibrio tra la cittadinanza e la sua vivibilità. Si guarda alla soluzione più facile e più vantaggiosa dal punto di vista economico. Non dico no a prescindere, voglio lo sviluppo portuale ma deve essere garantita la sicurezza ai cittadini. La soluzione trovata al momento va solo in una direzione, questo non va bene. Certamente c'è stata una mancanza di comunicazione tra istituzioni e autorità. In Municipio c'è un patto non scritto che va avanti da una decina di anni: ci sarà un incontro la prossima settimana e gradirei che continui questo confronto. Mi sembrava giusto continuare la comunicazione, ma in questo momento si è interrotta tanto da sapere le notizie dai media”.
Il tutto senza dimenticare Fegino, direttamente interessata dall'oleodotto, dove ancora non sono stati avviati lavori di bonifica e dove la presenza di Iplom continua a non essere gradita ai cittadini. Temi che saranno al centro del Porto Petroli Day di Primocanale con interviste, approfondimenti, i vostri commenti sui social in Live News Mattina, a Live on the Road e sul nostro sito Primocanale.it
porti e logistica
Oggi su Primocanale 'Porto Petroli Day': tra Multedo e Fegino spunta anche Ilva
Lo spostamento dei depositi nella trattativa con Mittal
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