Due morti per overdose in poco più di ventiquattr'ore: prima una giovane madre di 26 anni nel quartiere genovese di San Teodoro, poi un operaio di 44 anni a Sestri Ponente. Genova la scorsa settimana si è accorta nuovamente di dover fare i conti con i decessi per droga. E a confermare che si tratta di una vera emergenza sono gli stessi medici che ogni giorno trattano la tossicodipendenza. “Sembra di essere tornati agli anni Ottanta”, è il commento più frequente.
In tutto fanno cinque vittime in città, tra cui tre minorenni, dal maggio scorso. Senza contare altre dieci ragazze ricoverate per aver abusato di stupefacenti e salvate in extremis negli ultimi dodici mesi. Nel capoluogo ligure si consuma droga, tanta droga, a tutti i livelli e l'allarme resta sempre molto alto. Eroina, cocaina, crack, ecstasy: l'elenco delle sostanze che provocano devastazioni è lungo.
Ciò che allarma ancora di più chi segue il problema da vicino come il Sert è che si è abbassata ulteriormente l'età dei consumatori. “L'uso di sostanze psicoattive interessa anche ragazzi di 13-14 anni”, conferma Giorgio Schiappacasse, direttore del Sert della Asl 3. La droga più preoccupante? “L'hashish. È quindici volte più potente e crea seri disturbi psichiatrici, violenza, tensione, problematiche che non rientrano. Hashish e alcol la fanno da padrone, poi ci sono il crack e l'eroina”.
A proposito: il buco è tornato alla ribalta. Soprattutto tra le nuove generazioni. “Assistiamo a questo fenomeno da almeno due anni – spiega Schiappacasse – perché ormai è passata l'emergenza Aids e le persone non ci pensano più”. Un breve tour ai Giardini Baltimora, tempio del degrado nel centro di Genova, e a margine di una scalinata transennata accanto al ponte di Carignano si trova un'impressionante distesa di siringhe. Tutto avviene alla luce del sole. “L'eroina è quasi una sostanza mitica”, dice Schiappacasse, perché la morte per overdose viene associata ai personaggi dello spettacolo, come fosse una sorta di uscita gloriosa dal mondo.
“La vera emergenza è che non c'è più percezione della tossicodipendenza come fenomeno trasgressivo”, commenta Andrea Vallarino, criminologo e psicoterapeuta. I dati che cita sono ormai noti: l'80% dei giovani tra i 13 e i 18 anni fa uso di sostanze stupefacenti, il 50% si ubriaca nel weekend fino a entrare in coma etilico. “Il problema è educativo, l'unico contrasto utile è dire cose contro corrente. Bisogna lavorare sui piaceri e indicare quelli sani, di serie A, etichettando la droga come un piacere di serie B. Abbiamo visto che questa 'terapia' funziona, anche senza psicofarmaci”.
Le strutture pubbliche “si stanno attrezzando – assicura Schiappacasse – Stiamo riqualificando le sedi, incoraggiamo i gruppi di auto-aiuto, soprattutto i genitori, e stiamo aprendo sportelli di ascolto sulle nuove dipendenze”. Si parla di azzardo, shopping compulsivo, smartphone. Qui le sostanze non c'entrano. Ma i rischi della droga 'tradizionale' sul fisico sono subito tangibili. “Il problema dell'hashish è chiaramente l'overdose. Ti addormenti e smetti di respirare”. E non ti svegli mai più.
cronaca
Se bucarsi diventa il 'mito' dei giovani: a Genova è tornato il boom dell'eroina
Gli esperti: "Bisogna dire che la droga è di serie B"
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