Ultras di Samp e Parma, da sempre esempio di sportività ed attaccamento alla maglia, nel 2010 si sono trovati sbigottiti davanti alla decisione di un Osservatorio che non ha loro evitato lo stesso di approfittare di una domenica d’incontro. Gli Ultras blucerchiati, pur senza biglietto si recarono lo stesso a Parma, rimanendo fuori dallo stadio durante la partita. Fu una partita in cui la nebbia la fece da padrone, vinse il Parma 1 a 0 ma sconfitto in quella giornata fu lo sport. Lo striscione: «Ministro, si guardi nella coscienza e distingua l’amicizia dalla violenza» campeggiò, si intravide, anche se nascosto dalla bruma.
Febbraio 2018: a distanza di anni ecco un altro episodio che va ad allungare la striscia della oggettiva umanità di certe decisioni. Sampdoria – Verona diventa trasferta vietata per i tifosi veneti. Con l’Hellas vale lo stesso discorso, quante volte i tifosi blucerchiati sono stati accolti e hanno accolto a braccia aperte gli avversari creando un bel clima, goliardico e di festa, mischiandosi magari per una bella mangiata o per una partita di calcio? Tantissime. Per questa volta a sventolare i vessilli del Verona ci hanno pensato gli Ultras Tito Cucchiaroni che per i primi cinque minuti di partita hanno chiesto ai tifosi di rimanere in silenzio “contro chi ha impedito di celebrare un gemellaggio trentennale giudicando la partita a rischio”. Ma negare la possibilità a due tifoserie gemellate di vivere assieme una bella partita è un segnale che va sicuramente a minare il concetto stesso di sport, in un mondo italiano del calcio che vede la maggior parte degli stadi mezzi vuoti, divieti come quello di ieri o quello del 2010 non dovrebbero avere motivo di esistere.
IL COMMENTO
La Genova che si spegne e quella che si accende
Come si controllano le acque superficiali in Liguria