Arriva a metà pomeriggio la svolta nella trattativa per eleggere i presidenti delle Camere. Matteo Salvini annuncia al Senato lo strappo nel centrodestra: la Lega, già nella seconda votazione a Palazzo Madama, ha votato per l'azzurra Anna Maria Bernini e lo farà anche sabato, alla terza votazione. Una decisione, spiega, presa per 'senso di responsabilità', con l'obiettivo di 'uscire dal pantano' nel quale il nuovo Parlamento è finito già alla prima seduta. E infatti Di Maio avrebbe già aperto a "Bernini o a un profilo simile".
Poi Silvio Berlusconi decide di convocare a Palazzo Grazioli lo stato maggiore del partito per fare il punto della situazione: "I voti della Lega a Bernini rompono la coalizione. Si smaschera il progetto di governo Lega - M5s", dice Silvio Berlusconi.
Dunque è ancora fumata nera alle Camere. Oltre alle schede bianche, sempre numerose, ce ne sono state molte in cui è stata espressa la preferenza per Anna Maria Bernini, vicecapogruppo di Forza Italia nella precedente legislatura. Alcuni voti sono stati dati anche a Napolitano, che ha prontamente ringraziato, e a Emma Bonino.
E la seconda fumata nera era già arrivata nell'aula della Camera (dove al momento è in corso la terza votazione per eleggere il presidente): nessuno ha raggiunto il quorum dei due terzi dei votanti, contando anche le schede bianche, richiesto dal regolamento al secondo ed al terzo scrutinio. Servirà una nuova votazione, la terza. Il quorum rimarrà anche in questo nuovo scrutinio quello dei 2/3 dei votanti, contando anche le schede bianche.
"Abbiamo dato la disponibilità di votare un esponente di Forza Italia, speriamo che anche altri abbiano lo stesso senso di responsabilità - ha detto ancora Salvini parlando al Senato con i giornalisti. "Per uscire dal pantano la Lega fa un gesto di responsabilità all'interno del centrodestra, non abbiamo chiesto nulla per noi, ma qui si fa notte e quindi abbiamo scelto di votare un candidato di centrodestra, di Forza Italia. Un atto di amore verso il parlamento e verso il centrodestra: abbiamo votato Anna Maria Bernini".
"Abbiamo deciso di votare scheda bianca e stiamo votando scheda bianca". Della scelta della Lega di votare Bernini "abbiamo appreso in Aula e ne prendiamo atto ma non era concordata né attesa", ha detto Renato Schifani, di Forza Italia. "Valuterà Berlusconi ma allo stato attuale c'è un candidato di Forza Italia che è Paolo Romani: si era anche fatto il nome della Bernini, ma il nostro candidato fino a prova contraria è Romani".
Da parte del M5s è probabile che non ci sia alcun veto alla candidatura di Anna Maria Bernini. Lo si apprende da diverse fonti parlamentari dei 5 stelle, anche se dai vertici del movimento non è giunta ancora alcuna indicazione ufficiale. "E' un problema di metodo, Romani era indagato", spiega un esponente M5s tra i più vicini ai vertici che sono riuniti per decidere la linea. Del resto è il ligure Simone Valente che ammette: "Quel nome per noi è inaccettabile, questo non vuol dire che ci siamo sottratti ad altre trattative".
"Non votiamo neanche la Bernini. Rimaniamo sulla stessa posizione", risponde Ettore Rosato (Pd) commentando l'annuncio dato da Salvini in favore di Bernini per la presidenza del Senato.
"È un parlamento difficile, con una maggioranza difficile da trovare anche sulle presidenze - dice Edoardo Rixi, deputato ligure della Lega e segretario regionale del partito - Speriamo che domani si trovi un accordo tra le forze politiche. Il più adatto? Una persona che sia sopra le parti, che rappresenti quella voglia di cambiamento che c'è all'interno del Paese e che soprattutto abbia un profilo istituzionale di garanzia che consenta sia a maggioranza sia a opposizione di sentirsi partecipe del Parlamento. La cosa difficile è che non si sa chi sarà maggioranza e chi opposizione".
"Sono convinto che alla fine si troverà una quadra, saranno personaggi di spicco. Le argomentazioni usate nei confronti di Romani sono di poco conto, alla fine si può trovare l'accordo su quello che sarebbe un grande presidente", osserva Roberto Cassinelli, eletto deputato con Forza Italia in Liguria.
Chiude ad alleanze Raffaella Paita, deputata spezzina del Pd: "Ovvio che il Pd non avanzi candidature, noi siamo usciti sconfitti e come è nostro dovere nei confronti dei cittadini che hanno votato per noi stare rigorosamente all'opposizione. Ci sarebbe bisogno invece di un chiarimento nel M5s e nel centrodestra. La condizione di partenza è molto confusa. Evidente che noi abbiamo votato scheda bianca.
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Parlamento, la Lega vota Bernini. Berlusconi: "Rotta la coalizione"
I liguri: "Troveremo l'accordo". Il M5s apre alla trattativa
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