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Gli azzurri infatti da quando hanno perso a Solna la gara di andata dello spareggio per il mondiale, autogol decisivo di De Rossi, non ne hanno piu’ azzeccata una, nel senso che il gol non è piu’ arrivato. Perso per 1-0 appunto in Svezia, a Milano nel ritorno 0-0, battuta d’arresto per 2-0 con l’Argentina a Manchester e fino all’85 sotto con gli inglesi a Wembley per 1-0.
Poi il rigore col Var concesso per fallo su Chiesa e trasformazione di Insigne. Una maledizione interrotta all’ultimo assalto. Ora toccherà ad Ancellotti o a Mancini o a chissà chi ricostruire la Nazionale. Si spera di rialzare la testa e che il prossimo allenatore abbia la forza di fare convocazioni autonome con giocatori in grado di giocare per le loro capacità e non per geopolitica o peggio per raccomandazioni e pressioni di sponsor.
La scelta di Donnarumma in porta, quando sembrava finalmente l’ora di Perin che da anni aspetta un riconoscimento dell’Italia, puzza infatti di altro e non di capacità dei diretti interessati senza nulla togliere al milanista che giustamente è un elemento su cui puntare, peraltro come Perin che pero’ gioca nel Genova. Si, Genova come ha chiamato la squadra rossoblu’ De Biasi commentatore tecnico della Rai il quale poi non si ricordava il nome del numero uno del Grifone. Cinque secondi d’imbarazzo con il telecronista Rimedio pure in bambola totale salvato dal bordocampista Antinelli che ha sibilato un “Perin” che sembrava arrivato dall’aldilà. E questi fra tutti dove vogliono andare? A casa come l’Italia.
IL COMMENTO
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