“Studio all’Università di Genova, ma sono fuori sede”. E già questa potrebbe essere una notizia: ma come, a Genova ci sono fuori sede? Ebbene sì e sono anche molto soddisfatti dell’offerta formativa dell’ateneo e della città. In tanti, infatti, sono attirati soprattutto dalle eccellenze liguri come la facoltà di medicina, il settore di economia marittima e ingegneria navale. Ma c'è un grande punto debole che ogni studente nota fin dalle prime settimane del trasferimento: il trasporto pubblico. “Da fuori sede mi trovo abbastanza bene”, racconta Giacomo, che da Ovada ha scelto di iscriversi ad economia e ora sta finendo il quinto anno. “Ho preso casa vicino alla facoltà quindi sono abbastanza agevolato, altrimenti o si ha il motorino o ci si deve adattare agli orari dell’autobus. Addirittura ad economia adesso hanno anche chiuso l'unico parcheggio esistente, quindi non c'è proprio possibilità di parcheggiare l’auto”.
E se già per chi viene da regioni più lontane è già difficile portare con sé la macchina, trasferirsi assieme al motorino è impensabile. Per questo quasi tutti i fuori sede devono prima o poi arrendersi ai tempi di attesa di Amt. E, inevitabilmente, scatta il confronto con le altre città, specialmente per chi ha vissuto in altri grandi poli universitari. “Genova offre tutto e non fa mancare niente”, dice in un primo momento Glauco, che da Roma si è trasferito qui a settembre per economia e management marittimo e portuale. “Anche se bisogna dire che il prezzo dell’abbonamento per il trasporto pubblico annuale è quasi il doppio di quello della capitale e le corse notturne dovrebbero essere potenziate, dato che i tempi di attesa sono spropositati”.
Anche perché, mentre i ragazzi genovesi si attrezzano con i propri scooter o organizzando i passaggi in macchina, per chi è appena arrivato non è così semplice uscire alla sera, soprattutto se si ha trovato casa in una zona diversa dal centro. E, dato che il car sharing non ha ancora preso piede come a Milano o a Torino, le alternative sono limitate. "Molti miei amici non si trovano perché pensano che i genovesi siano un po' chiusi e non riescono ad integrarsi. Una volta che si ha capito come rompere il ghiaccio, si scopre una città a misura d'uomo", afferma Giulia, ufficiale della Marina Militare, che vorrebbe restare a Genova dopo la laurea magistrale in ingegneria civile.
Una critica va anche ai collegamenti ferroviari: per molti diventa difficile tornare a casa nel weekend la mancanza di alta velocità o l'obbligo di fare dei cambi. “L’unico treno “veloce” Genova Roma ha una durata media di 3 ore e 50 minuti, ma al giorno ce n’è solo uno da Genova a Roma Termini con partenza alle 6 e 10 del mattino e il ritorno parte alle 19 e 45”, continua Glauco. Promosso, invece, l’aeroporto, anche se è fondamentale prenotare con largo anticipo “Ottimo il collegamento con Napoli di Volotea, mentre spesso e volentieri quello con Roma operato esclusivamente da Alitalia si trova a prezzi spropositati”. Chi spesso approfitta del volo Genova-Bari è Gianluca, che ha realizzato il suo sogno ed è al suo primo anno di specialistica all'ospedale Gaslini. "L'università offre tante opportunità, ma bisognerebbe migliorare l’informazione con gli studenti e le biblioteche di dipartimento che sono piccole e fanno orari limitati: se uno volesse studiare nel weekend o la sera deve rivolgersi a delle strutture private".
E intanto si torna a parlare della proposta di un college universitario, che potrebbe rappresentare una svolta. “A Genova si vive meglio, grazie al territorio”, ha affermato il rettore Comanducci. “Ma sappiamo che l’accoglienza degli studenti sia un nostro punto debole, dato che Genova non è strutturata come una città universitaria. Stiamo collaborando con le istituzioni per svariati progetti. Tra le idee c’è quella di creare un nostro college, un posto dove poter accogliere i nostri studenti. Non posso dire altro perché ci sono ancora trattative anche commerciali in atto. Aggiungo solo che sarà in centro". L'idea piace, anche perché sarebbe un passo in avanti necessario per competere con gli altri atenei italiani. “Le Case degli Studenti già presenti in città sono in zone scomode al centro e ai servizi per gli universitari: un college in centro servirebbe per ravvivare la zona e tenere gli studenti vicini all'università”, commenta Gianluca, evidenziando le conseguenze positive. L'importante, però, è avere un buon progetto di partenza come sottolinea Giacomo: “Credo che l'idea di un campus sia ottima, se gestito meglio di quello di Savona, che a detta di chi ci studia è lasciato completamente l'incuria e al degrado”.
cronaca
Genova vista con gli occhi dei fuorisede: l'università piace ma i trasporti sono un rebus
E la proposta di un college in centro del rettore piace a tutti
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