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Al centro della protesta una parola chiave: autoproduzione. In parole povere, è quando le compagnie si affidano ai proprio marittimi per caricare e scaricare le merci, lavoro che secondo la normativa compete invece ai portuali. "È un furto di lavoro - attacca Davide Traverso della Fit-CislGenova - siamo arrivati al punto di avere portuali messi in ferie forzate per far lavorare i marittimi. Ogni giorno contiamo da due a cinque casi di tentata autoproduzione. È una violazione palese perché dovrebbe esserci almeno un'autorizzazione, che non è stata mai concessa e nemmeno richiesta".
"Ci chiamano privilegiati? Io non ci sto - commenta Duilio Falvo della Uiltrasporti -. Qui si parla di sicurezza, anni e anni di esperienza non sono un costo ma semmai un guadagno. Dove non c'è questo modello, in Italia, ci sono più infortuni. E poi in questi tre anni di crisi chi ha pagato di più è stata proprio la Culmv, che riceve sempre meno chiamate".
I sindacati, in testa al corteo che si preannuncia di grande impatto, chiederanno al Prefetto un incontro col Governo per far rispettare le leggi vigenti. L'accusa a livello locale è rivolta alle istituzioni, Autorità portuale in primis, per non aver mai dato risposte. "Il porto è una pentola a pressione - spiega ancora Traverso -. Tutti hanno temporeggiato, ora è normale che i lavoratori siano arrabbiati. Stiamo cercando di calmare la gente per dire che la strada è quella della protesta". E potrebbe essere solo l'inizio: "Questo sarà il culmine della prima mobilitazione, ma la tensione rimarrà alta - precisa Fabio Ferretti della Filt-Cgil - vorremmo scendessero in piazza tutti, è un tema sentito perché chi dovrebbe far rispettare le regole non lo fa".
Di certo a pagare saranno ancora una volta tutti i genovesi, alle prese con una città che inevitabilmente si blocca insieme al suo porto. "È vero, bloccheremo tutti e ci saranno disagi - replica Falvo della Uil - ma i temi sono troppo importanti. Il vero problema è sicurezza. Tutti i giorni ci sono morti sul lavoro. Non è retorica. Non possiamo più accettarlo. La città deve capire il sacrificio dei lavoratori".
IL COMMENTO
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