cronaca

Era titolare di un'azienda che esporta ananas
1 minuto e 31 secondi di lettura
 "Salvatore potrebbe essere stato ucciso perché la sua attività dava fastidio ad impresari del posto che esportano frutta. Tre anni fa aveva rifiutato di fare una società con uno del posto". A parlare dalla sua casa nel centro storico di Genova è la mamma di Toaquiza Lopez, la fidanzata ecuadoriana di 26 anni, di Salvatore Ponzo rimasta ferita nell'agguato in cui è stato ucciso l'imprenditore italiano, originario di Catania.

"Mia figlia per fortuna sta bene - racconta la madre della giovane - ha riportato solo una frattura cadendo. Non sono ancora riuscita a parlarle perché è senza telefono, lo ha perso nell'agguato e poi qualcuno lo deve avere rubato. Le notizie su di lei mi arrivano dall'ambasciata". Toaquiza, a detta della madre, è in ospedale sotto protezione della polizia. "Nei prossimi giorni proverò a convincere la diplomazia a mettere mia figlia su un aereo per farla tornare a Genova. Se non sarà così andrò io da lei".

La donna aggiunge: "Mia figlia e Salvatore stavano insieme da anni. Si erano conosciuti a Genova. Salvatore era un bravo ragazzo, un lavoratore onesto. La sua azienda esportava ananas in tutta Europa e pare stesse crescendo sempre di più tanto da creare problemi a ditte delle stesso tipo del posto. Forse per questo lo hanno ammazzato".

"Tre anni fa - ribadisce la mamma di Toaquiza - appena arrivato in Costa Rica aveva rifiutato di mettersi in società con un imprenditore che coltiva ed esporta ananas. Forse per questo è stato ucciso. Non ci sono altri motivi per un omicidio così brutale. Salvatore e mia figlia stavano parlando di sposarsi e di trasferirsi definitivamente in Costa Rica. Ora mi interessa solo che mia figlia torni a casa".