
Il siriano e il libico erano stati segnalati all'Italia dall'Fbi. Secondo l'intelligence avrebbero viaggiato tra la Sicilia, dove uno dei due sarebbe sbarcato con un barcone, Germania, Francia e Milano. Gli agenti della digos genovese avevano scoperto che i due frequentavano la moschea di via Prè e che si sarebbero auto-indottrinati attraverso internet e social network.
Uno dei due avrebbe anche compiuto, nel 2016, due "strani" sopralluoghi al centro commerciale Fiumara di Sampierdarena. I due, secondo gli inquirenti, farebbe parte di un gruppo di almeno dieci persone residenti in Liguria che avrebbero disponibilità economiche ma che, per non destare sospetti, si fingerebbero indigenti. Ancora, prima di arrivare in Italia i due avrebbero anche combattuto in Libia e lì potrebbero essere tornati per combattere ancora. Per non farsi scoprire, inoltre, avrebbero adottato tutta una serie di accorgimenti: dalle chat sulla piattaforma Viber, alla richiesta di asilo politico, fino all'aspetto "occidentale". La richiesta verrà adesso vagliata da un gup che fisserà la data per l'udienza preliminare.
IL COMMENTO
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