cronaca

Addetti alle camere mortuarie accusati di corruzione
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 La procura di Genova ha indagato cinque persone, tra necrofori e agenti di pompe funebri, per l'accusa di corruzione. Secondo il pubblico ministero Massimo Terrile, che coordina l'inchiesta della guardia di finanza, gli addetti alle camere mortuarie dell'ospedale San Martino avrebbero ricevuto mazzette dalle imprese private e in cambio avrebbero indirizzato i parenti dei defunti da loro.



L'inchiesta è nata dopo l'esposto di Franco Rossetti, legale rappresentante dell'Azienda di servizi funebri del comune di Genova. Nei giorni scorsi le fiamme gialle hanno perquisito gli armadietti dei necrofori e gli uffici delle pompe funebri private acquisendo documentazione cartacea. Rossetti ha segnalato agli inquirenti che la "concorrenza sleale" andrebbe avanti almeno dal 2010 come segnalato dai dipendenti Asef. Nell'ultimo anno, però, gli episodi sarebbero aumentati, e gli abboccamenti sarebbero diventati sempre più insistenti.


Per gli inquirenti il meccanismo sarebbe stato ben collaudato: l'addetto alla camera mortuaria, saputo del decesso di un paziente o dell'arrivo di una salma all'obitorio, contattava il referente dell'agenzia funebre privata per avvisarlo. Poi, avvicinava i parenti del morto e indirizzava di volta in volta da chi andare. A volte, all'uscita delle camere si faceva trovare già un dipendente delle pompe funebri in altri casi veniva chiamato. Tutto questo, secondo gli investigatori, in cambio di una tangente e in violazione della legge che prevede invece che i necrofori possano solo indicare, ai parenti dei defunti, l'elenco delle agenzie appeso in bacheca. L'inchiesta, nei prossimi giorni, potrebbe arricchirsi e portare all'iscrizione di nuovi indagati anche perché le segnalazioni riguarderebbero anche l'ospedale Galliera e il Villa Scassi.