
La follia di Jefferson Garcia Tomala, ecuadoriano e un lavoro in una ditta di ascensori, inizia la sera di sabato. In seguito a una furiosa lite con la fidanzata intervengono i carabinieri che provano a riportare la tranquillità nell’abitazione. La ragazza lascia la casa e se ne va con una bimba di appena tre mesi. Jefferson passa una notte di tormenti e il giorno dopo bisticcia anche con la madre. Il ragazzo non ragiona più e minaccia di uccidersi. A quel punto è la stessa donna, una badante di 49 anni, a chiedere l’intervento per un tso.
Troppo pericolosa la situazione, insieme ai medici arrivano anche le pattuglie di polizia con 8 agenti. In due salgono nell’abitazione. Jefferson però non accenna a calmarsi. I poliziotti provano con uno spray al peperoncino ma la misura non ha effetto. E’ un attimo e il 20enne tira fuori dalle coperte un coltello e si avventa su uno degli agenti. Inizia una colluttazione. Un poliziotto di 55 anni originario di Mondragone viene ferito in modo grave con tre pugnalate. La situazione ormai è degenerata. Il collega tira fuori la pistola e spara ripetutamente in direzione del ragazzo, lo colpisce. Jefferson cade a terra privo di vita.
Preso da una pallottola anche l’agente di polizia. L’uomo viene trasportato d’urgenza all’ospedale San Martino, le sue condizioni appaiono subito gravissime. Ma dopo le prime cure la sua situazione sanitaria va a migliorare. Ora non è in pericolo di vita e nel corso della serata viene operato per ricucire le ferite da arma da taglio e per estrarre la pallottola che lo colpito.
Un pomeriggio di follia concluso con la morte di un ragazzo di vent'anni e il dramma di un'intera famiglia.
IL COMMENTO
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