cronaca

I residenti hanno 'occupato' di notte il vicolo contro gli spacciatori
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Vico delle Mele è uno di quei vicoli stretti del centro storico genovese, di quelli dove i palazzi sembrano toccarsi, la luce filtra solo dall’alto e il cielo azzurro è una striscia sottile tra i tetti. Vico delle Mele è un intreccio di storie, problemi, sogni e scommesse subito alle spalle di Caricamento e di piazza Banchi.

E’ uno di quei vicoli che negli ultimi anni – denunciano i residenti – è stato trascurato, abbandonato ed è diventato zona di spaccio. Ma è anche una zona dove si cerca l’integrazione con i migranti. La prova tangibile di questa voglia sono le saracinesche colorate, dipinte con i baobab da alcuni residenti e migranti senegalesi che hanno voluto così rappresentare il simbolo del loro paese e portarlo lì dove ora vivono. Il progetto si chiama ‘Street Corner Society’ ed è portato avanti da un gruppo di residenti ‘Armata Brancaleone’ insieme a laboratori artistici e corsi. “Chiediamo supporto da parte delle istituzioni a progetti sociali come il nostro – spiega Alessandra Bozzano - Non facciamo la lotta all’immigrato, vogliamo l’integrazione e combattere lo spaccio e la violenza e l’abuso di alcol”. La voglia di riscatto, di non arrendersi di vico Mele passa anche attraverso i cartelli appesi qua e là nel quartiere scritti in inglese: "Tieni le strade pulite"; "I bambini hanno diritto a dormire"; "Vogliamo vivere tutti insieme in pace".

Nella zona il problema sicurezza esiste ed è reale. I residenti hanno deciso negli ultimi giorni di scendere di notte in strada, riappropriarsi del quartiere contro gli spacciatori. “Il nostro obiettivo è far tornare questa strada di nuovo normale – racconta Alessandra Bozzano dell’Armata Brancaleone - ecco perchè abbiamo invitato i residenti a scendere in strada con una sedia, a fare quattro chiacchiere come si faceva una volta, qualcuno poi ha deciso di pulire il vicolo. Qui serve un presidio fisso perchè non deve passare il messaggio che in vico Mele e zone limitrofe si possa fare quello che si vuole”.

Chi ha deciso di scommettere sulla zona contro tutto e tutti è Enrico Martino che 11 mesi fa ha aperto qui una trattoria sociale: “Il progetto è nato con l’idea dell’integrazione e dell’inclusione sociale. Abbiamo dipendenti che provengono da un disagio, extracomunitari ma non solo, persone che altrimenti non troverebbero un lavoro. Non guardiamo il curriculum ma la persona, la voglia di rimettersi in gioco, di integrarsi, di riappropriarsi della propria vita con il lavoro e lo facciamo in questa zona di confine sia umano che fisico”. Un progetto di bontà non solo in senso culinario: dipendenti con un passato difficile che qui trovano un lavoro e l’aiuto concreto a chi ha bisogno attraverso l’euro di coperto che viene donato ad associazioni della zona o persone in difficoltà.

Alessandra ed Enrico due volti di vico delle Mele che non si arrendono all’abbandono, qui in un vicolo che sa di confine.