
Don Rosso dovrà anche versare un risarcimento di 561 mila euro alla Diocesi di Albenga-Imperia ed è stato interdetto dai pubblici uffici per 5 anni. Per quanto riguarda don Rosso sono cadute le accuse relative all'appropriazione indebita dei soldi destinati alle adozioni a distanza, mentre per entrambi i sacerdoti alcune contestazioni sono finite in prescrizione.
Don Licciardello, soltanto in riferimento ai fatti commessi dopo il 2013, sempre in relazione all'accusa di appropriazione indebita di fondi destinati alle adozioni, è stato assolto per non aver commesso il fatto. Le accuse andavano da appropriazione indebita, malversazione, truffa. Don Rosso era finito a giudizio come direttore della Caritas dal 2005 al 2012 e doveva rispondere delle accuse di appropriazione indebita, malversazione ai danni dello Stato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, mentre don Licciardello, all'epoca parroco di Ceriale (oggi a Dolcedo), doveva rispondere di concorso in appropriazione indebita per soldi destinati alle adozioni a distanza.
Ad Antonella Bellissimo, come segretaria della Caritas, veniva contestato il concorso in appropriazione indebita insieme a Don Rosso. "Usava quei soldi per aiutare le persone", è stata la tesi sostenuta dal difensore dell'ex direttore della Caritas.
IL COMMENTO
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