Il Governo e la Regione riusciranno a collaborare nella ricostruzione di ponte Morandi? Dopo una serie infinita di schermaglie, oggi probabilmente lo capiremo.
C'è soprattutto questo alla base dell'incontro di questa mattina a Palazzo Chigi tra Conte, Toti e Bucci: più dei si e dei no alla 'lista di impegni precisi' di cui ha parlato ieri il presidente della Liguria, oggi si comprenderà lo spirito con cui l'esecutivo nazionale e la giunta regionale riusciranno ad affrontare questa drammatica vicenda.
A cominciare dal modus operandi con cui il Governo sceglierà il commissario alla ricostruzione, l'uomo chiave che avrà poteri speciali per accelerare i lavori forzando le leggi: si troverà un nome condiviso? O, piuttosto, il premier vorrà condividerlo con gli enti locali?
Il vertice di questa mattina è stato lungamente preparato da Edoardo Rixi, il viceministro che in queste settimane ha ricoperto il difficile incarico del 'tessitore': l'esponente leghista ha mediato instancabilmente tra due posizioni opposte, cercando di tenere incollate attorno al suo lavoro due diverse maggioranze di cui la sua Lega è parte integrante, quella giallo-verde di Roma e quella di centrodestra a Genova.
Ieri, incontrando gli operatori portuali in un incontro organizzato dall'editore di Primocanale Maurizio Rossi a Terrazza Colombo, ha tracciato l'identikit del commissario ideale: "Dev'essere uomo di dialogo - ha ribadito Rixi - deve conoscere il territorio, il tessuto economico della città, le esigenze del nostro porto".
Un ruolo e una descrizione che sembrano essere fatte apposta per lui, sebbene egli stesso abbia smentito di bramare quella poltrona anche perché poco compatibile con il resto dei suoi numerosi e importanti impegni di Governo.
Se ne sarprà forse di più dopo l'incontro, anche perché Conte sembra orientato a sparigliare le carte e a nominare un tecnico, in aperto contrasto con la linea gradita in Liguria.
Ma oggi a Roma, oltre a quella politica, si gioca anche la partita operativa in cui Toti e Bucci promettono di impegnarsi a fondo: l'obiettivo di governatore e sindaco è costringere il premier a impegnarsi su punti precisi, fissando date, impegni di spesa, progetti. Carta canta e i rappresentanti genovesi puntano a farla cantare nel modo più ampo e preciso possibile per il bene della città.
Da affrontare ci sono anche molti nodi legati all'emergenza: gli indennizzi, per esempio, che andranno affrontati in due parti, quelli agli sfollati della 'zona rossa' e quelli a chi invece la casa l'ha salvata ma vive nella propsettiva di un cantiere mostruoso e invasivo per la demolizione e poi ricostriuzione del viadotto crollato. C'è poi da capire chi paga, visto che la regione sta trattando con Autostrade ma è chiaro che il ruolo della società guidata da Castelliucci potrebbe molto defilarsi, se il Governo provvederà ad annullare la concessione.
Ci sono poi le opere collaterali, quelle che dovrebbero portare Genova ad un livello infrastrutturale superiore (e non uguale) a quello precedente al crollo: Gronda, Terzo Valico, quadruplicamento del nodo ferroviario di Tortona, complessiva risistemazione del nodo autostradale genovese, potenziamento della ferrovia portuale e molte altre questioni su cui Primocanale ha condotto convinte campagne di stampa in questi anni.
Toti e Bucci non torneranno con rassicurazioni su tutto il pacchetto, questo è ovvio, ma sperano di portare a Genova almeno una parte significativa su quello che la città aspetta da anni e che potrebbe ottenere solo dopo la strage del ponte Morandi.
politica
Vertice a Roma, Toti e Bucci da Conte per concordare il futuro di Genova
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