É una mattina, in fascia pendolare, che sembrerebbe regolare sui binari che da levante corrono verso ponente. Se si fa eccezione per un treno diretto a Torino che ha oltre trecento minuiti di ritardo per un problema alla linea elettrica.
A Chiavari arriva il regionale 11364 diretto a Genova, puntuale come un orologio, anzi come un treno, svizzero. Prima fermata Rapallo: il treno riparte, ma dopo una manciata di metri si blocca brutalmente. Un uomo era rimasto incastrato nelle porte, qualcuno ha tirato il freno di emergenza. L’uomo per fortuna non si é fatto quasi nulla, ma iniziano le operazioni di refertazione, arrivano i soccorsi, e nel frattempo passano più di dieci minuti senza che nessuna comunicazione venga fatta ai viaggiatori che, bordo, si domandano che cosa sia successo.
Ad un certo punto gli altoparlanti interni annunciano che c’è stato un problema tecnico e che il terreno ripartirà dopo una decina di minuti, alle otto e quaranta.
C’è da precisare che dietro a questo treno si sono accumulati altri due treni, l’Intercity 662 diretto a Milano e il regionale 11366 diretto a Genova. La gente si domanda che cosa fare, se stare sul treno, scendere. Le otto e quaranta arrivano e nulla si muove. In molti scendono alla ricerca, vana, di informazioni. Ad un certo punto si raggela il sangue nelle vene di tutti, quando l’altoparlante annuncia che “il treno 662 é in arrivo sul binario 1”... ma è lo stesso dove si trova fermo il treno regionale! Lo tamponerà? Ma l’Intercity non arriva.
Nel frattempo un altro annuncio dice che sul binario 2 arriverà il regionale 11366. E tutti giù a prenderlo, al volo, incastrati nelle scale.
Si parte, già con dieci minuti di ritardo, oltre al ritardo già accumulato dal treno “incidentato”. Arrivati a Santa Margherita, stazione successiva, ecco la grande beffa: questo treno, dove tutti erano saliti, si ferma e viene sorpassato, rispettivamente, dal regionale 11364 che si era fermato a Rapallo (e che procede quasi vuoto visto che tutti erano saliti sull’altro) sia dall’Intercity 662, che se ne corre via incurante (si fa per dire, lui non ne può nulla) dell’ira dei pendolari.
Ognuno tragga le proprie conclusioni da questa storia: i “cornuti e mazzolati”, quelli saliti sul primo treno utile ma subito sorpassati dai due altri treni, facevano battute che tralasciamo perché offenderebbero il personale tutto di Trenitalia.
Ma come é possibile che per un imprevisto che chiamiamo tale perché non ci sono state gravi conseguenze per nessuno, non ci sia stato un annuncio in grado di spiegare ai pendolari che devono andare a lavorare, quale fosse il primo treno utile per Genova?
Tutti, a guardarsi negli occhi fuori dalle orbite con punti interrogativi a mó di fumetto sopra la testa, i controllori incapaci, perché non messi loro stessi al corrente da chi di dovere, di dare informazioni. E intanto trenta, quaranta minuti di ritardo per totale incapacità di comunicare, da pare di Ferrovie, in caso di imprevisti. Si è già visto in caso di nevicate e guasti, ma il vizio non passa e l’incapacità manifesta resta.
P.S. Se Ferrovie avesse qualcosa da dire, siamo qui. Ma visto che non riesce a comunicare ai viaggiatori quale treno prendere, che sarebbe il suo mestiere, dubitiamo che riesca a spiegare a noi perché non é riuscita a comunicare eccetera eccetera eccetera...
cronaca
Treni nel caos: Ferrovie totalmente incapace di gestire la comunicazione
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