cronaca

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 Mi sono trovato una sera a percorrere per la prima volta su un taxi la nuova via del Papa, dentro allo stabilimento Ilva per poi sfociare in via Rossa e quindi in Lungomare Canepa a cinque corsie. Ero, insomma, sulla pista che l'emergenza del ponte ha creato rapidamente per collegare meglio il Ponente allontanato brutalmente dal crollo del ponte maledetto.


Se non ci fosse stata quella grande tragedia chi avrebbe creato quel nuovo efficace by pass di cui avremmo avuto bisogno anche senza il trauma del crollo, quando il traffico era già un problema enorme e l'isolamento infrastrutturale un vero caso genovese?


La lezione si impara facilmente scivolando per queste nuove strade che avevamo e forse non sapevamo di avere o semplicemente non ci predisponevamo a usare, adattandole con un blitz all'uso quotidiano della città: Genova ha risorse “interne” che non vengono sfruttate e che solo la frusta dell'emergenza spinge finalmente a mettere in campo. O ti strangoli nel traffico o finalmente realizzi quello che avevi a disposizione, senza perdere più tempo in inutili astrazioni programmatiche. Quante volte si era sentito parlare della “strada del Papa” e quante volte si scrutavano i lavori di Lungomare Canepa o i raccordi con il casello di Sestri-Aeroporto, aspettando la manna dal cielo?


Il ragionamento può essrre applicato più in generale in tutta la città e magari non solo sulla spinta di una emergenza così catastrofica come quella del ponte.
Il sindaco Bucci l'ha capito subito, da pragmatico quale è, altrimenti lui e il suo staff non avrebbero così velocemente trovato e realizzato le alternative a Ponente sulla spinta del caos del traffico. Studiare la città e anche ascoltare i cittadini, che vivono sul territorio, lo usano e ne conoscono le difficoltà ed anche il passato, con soluzioni che magari sono cadute in disuso: ecco il segreto facile da svelare che porta a trovare soluzioni lampo.


Quante volte con il ponte ancora in piedi Genova era strangolata e su quel viadotto della disgrazia le code erano un incubo, oggi a posteriori centuplicato dal rischio che abbiamo visto, nell'ipotesi infausta del crollo. Avevamo nella pancia della città l'alternativa quasi pronta per far respirare il traffico e il porto.

Quando tutto sarà finito e avremo il nuovo ponte, ci auguriamo presto, la città potrà disporre, aspettando la Gronda, di una soluzione diversa. Almeno questo è un lascito positivo dei giorni difficili che stiamo vivendo e chissà quanti altri ne possiamo trovare in Valpolcevera e altrove, sfruttando l'esperienza dei cittadini e la capacità dello staff di Bucci e dei suoi tecnici.