Approda alla Camera oggi il Decreto Genova. Dopo il lungo iter tra le commissioni la misura messa a punto dal governo e chiamata a gestire tutta la fase del post crollo di ponte Morandi entra a Montecitorio.
Ieri a Genova l'incontro tra il commissario alla ricostruzione Marco Bucci e il numero dell'anticorruzione Raffaele Cantone. Dal vertice è emersa forte la richiesta dell'aggiunta nel testo del decreto di norme capaci di evitare sul nascere il pericolo di eventuali infiltrazioni mafiose. Proprio l'assenza di richiami in questo senso è una delle maggiori preoccupazioni di Cantone che ha più volte evidenziato il problema. Per dare risposta sul tema il viceministro Edoardo Rixi ha replicato così: "Ci sono margini per poter inserire nel decreto le norme antimafia. Lo si potrà fare in Aula o nelle commissioni che daranno un parere sul testo. L'importante per noi era che la parte sull' antimafia non gravasse sui tempi".
Intanto Bucci e Cantone hanno trovato un accordo per rendere operativo il protocollo di 'vigilanza collaborativa' nato e utilizzato da Cantone per l'Expo di Milano 2015. L'accordo prevede che prima della pubblicazione della gara la Stazione appaltante invii le bozze all'Anac che, formulando rilievi e correzioni, in un certo senso riesce a 'blindare' gli atti e renderli impermeabili alle infiltrazioni e illeciti. Per questo, all'interno di Anac, era nato l'Uos, una unità operativa speciale della Guardia di finanza esperta negli appalti pubblici. In questo modo la gara che veniva pubblicata era a prova di bomba e poteva coniugare velocità e legalità: i lavori per Expo' sono andati avanti velocemente e in piena trasparenza evitando così scandali, trucchi, arresti e via dicendo.
Lo stesso modello di 'vigilanza collaborativa' potrà dunque venir applicato alla demolizione dei monconi del Morandi e alla ricostruzione del viadotto sull'A10 portando efficienza, velocità nell'esecuzione e soprattutto la sicurezza che nessun soggetto men che 'specchiato' possa eventualmente infiltrare sia gli appalti necessari alla demolizione (compresi quelli per il movimento terra e per lo smaltimento dei rifiuti, storicamente interessanti soprattutto per le 'ndrine calabresi) che quelli per la ricostruzione del viadotto.
Nel frattempo il Decreto ha visto le ultime discussioni in commissione con le limature e gli aggiustamenti prima di essere spedito alla Camera. L'obiettivo per tutti è far sì che i tempi per la conversione in legge della misura vengano ridotti al minimo al fine di velocizzare la piena operatività. In totale sono stati presentati oltre 600 emendamenti
cronaca
Il Decreto Genova arriva alla Camera, 600 emendamenti: al via la conversione in legge
Nodo norme antimafia
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