
"Anzitutto abbiamo chiesto che i lavori di pubblica utilità - spiega il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro - non siano rinnovati di anno in anno ma siano salvaguardati da qui al 2023, cioè alla conclusione del piano industriale di Mittal". Entro questo periodo i giganti dell'acciaio si sono impegnati ad assumere i lavoratori che eventualmente non abbiamo trovato una collocazione alternativa o accettato la buonuscita. "Solo se Mittal per qualche ragione non rispettasse i suoi impegni - dice Manganaro - entrerebbe in gioco Società Cornigliano con l'impegno economico che il governo ha garantito".
Intanto tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio del 2019 verrà emanato un bando per individuare la società che dovrà occuparsi della bonifica della ex centrale elettrica di Ilva: una volta individuata la società incaricata dei lavori non è escluso che alcuni dei lavoratori attualmente in cassa integrazione potranno essere, dopo una formazione ad hoc, impegnati in queste attività.
"Come Fim - spiega il segretario Alessandro Vella - abbiamo ribadito che per noi resta valido l'accordo dello scorso 6 settembre che vede Arcelor Mittal impegnata a riassorbire tutti i lavoratori ancora in amministrazione straordinaria. Bene il bando proposto da Ilva in AS ma vanno monitorati i tempi di realizzazione per evitare ulteriori allungamenti nei tempi sul tavolo resta comunque la criticità che tutte le proposte emerse oggi attualmente prive di risorse certe e di un piano con relativo cronoprogramma degli interventi".
IL COMMENTO
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