economia

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“Non vedo alternative, adesso Carige deve passare a un gruppo bancario di primaria importanza. E’ una banca troppo grande per essere assorbita da istituti secondari, per conto mio le uniche banche in grado di investire sulla nostra cassa di risparmio sono Intesa San Paolo e Unicredit. O l’una o l’altra”. A parlare è Aldo Spinelli, uno dei più importanti azionisti di banca Carige che, come tutti gli altri, ha dapprima perso quasi tutto il valore investito nei continui ribassi in borsa e poi, da ieri mattina, ha visto il suo patrimonio congelato dallo stop alle contrattazioni imposto dalla Consob, dopo il commissariamento deciso dalla Banca Centrale Europea.

“Non dovevamo arrivare a questa situazione – dice Spinelli a Primocanale.it – purtroppo le strategie sono sempre state impostate da Vittorio Malacalza con il quale il confronto è sempre stato nullo: questo è, a mio giudizio, il problema più grosso all’interno dell’assemblea dei soci. Però non voglio sparare su Malacalza – aggiunge Aldo Spinelli – anche lui ha puntato moltissimo su Carige, ha investito una montagna di denaro e ha perso più di chiunque altro. E’ momento difficilissimo anche, soprattutto per lui”.

Aldo Spinelli ha un tono quasi rassegnato: “Con il senno di poi è chiaro che sono pentito di avere investito i miei soldi in Carige, l’ho fatto perché credo nella banca del territorio, nel ruolo di un istituto di questo tipo nel tessuto economico della città. Purtroppo i nostri sforzi sono stati vani, ora spero che la situazione possa migliorare con il contributo dei banchieri centrali e con il lavoro dei commissari. Personalmente non so cosa farò, a questo punto le decisioni saranno concordate con i miei legali, non è situazione piacevole”.