cronaca

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Nonostante le discussioni degli ultimi giorni, che ultimamente hanno coinvolto anche alcuni membri del governo italiano, le due navi gestite dalle ong Sea Watch e Sea Eye rimangono nel mar Mediterraneo in attesa di sapere dove far sbarcare le 49 persone che hanno salvato in mare e che hanno a bordo.

“Esprimiamo una netta contrarietà alla politica del governo in carica di 'chiudere i porti' ad esseri umani in difficoltà" scrivono in una nota Camera del Lavoro e Filt Cgil Genova.

"Non accettiamo - continuano - la strumentalizzazione di permettere eventualmente solo lo sbarco di donne e bambini, facendo leva così sull’emotività dell’opinione pubblica per celare i veri intenti discriminatori".

“Esprimendo consenso ai sindaci e ai presidenti delle Autorità di Sistema Portuale che hanno preso pubblicamente posizione per poter eventualmente accogliere i natanti che ne chiedessero accosto, come peraltro previsto dal codice della navigazione e dalle convenzioni internazionali, ci aspetteremmo altrettanto dal Presidente della Autorità di Sistema portuale di Genova e Savona e dal Sindaco di Genova Marco Bucci dai quali ancora non si registra ad oggi altrettanta sensibilità. Genova e il suo porto sono da sempre stati simbolo di accoglienza e umanità e intendono esserlo anche oggi e in futuro", concludono nel comunicato.