"La demolizione in ritardo di un anno" rivela una fonte della struttura commissariale al Corriere della Sera. E sui lavori attorno al ponte Morandi scende il gelo. Perché non c'è nessuna dichiarazione che smentisce ufficialmente anche se informalmente viene fatto intendere che la indiscrezione giornalistica non è attendibile.
Tutto ruota attorno alla presenza del famigerato amianto. L'impossibilità di demolire la pila 8 con l'esplosivo trascinerebbe con sé l'impossibilità di fare altrettanto con le pile 10 e 11 quelle vicine alle abitazioni lato Est amplificando tempi e costi dell'operazione che secondo annunci ufficiali dovrebbe concludersi nell'aprile 2020 con il nuovo ponte operativo. Ciò che ha funzionato finora è stato il lavoro di demolizione delle travi nel moncone ovest: per terminare questo intervento serviranno altri due tagli. Ma ora le attenzioni sono tutte sulle pile. La mancanza di comunicazione di sicuro non aiuta la struttura commissariale che si è dotata di un ufficio stampa ma che non lo utilizza per aggiornare e spiegare cosa accade giorno dopo giorno. E all'orizzonte ci sono quei confronti pubblici che la cittadinanza chiede e che gli osservatori creati dovrebbero mettere in pratica si spera al più presto.
Nel frattempo in portioa Genova sono in arrivo dall'Olanda le speciali gru che avranno il compito di smontare meccanicamente le pile sul lato Ovest di ponte Morandi (LEGGI QUI).
Intanto venerdì anche la quarta trave gerber sul lato Ovest di ponte Morandi è stata calata a terra dopo un'operazione di ingegneria durata circa sei ore. Ma le attività nel cantiere non si fermano. La prossima settimana anche la quinta trave dovrebbe essere portata a terra. Il commissario alla ricostruzione Bucci infatti ha spiegato che l'obiettivo è smontarne una alla settimana. La data del 31 marzo si avvicina sempre più. Calendario alla mano mancano 15 giorni. E' infatti quello il giorno dell'avvio ufficiale dei lavori di ricostruzione del nuovo viadotto. Tuttavia appena pochi giorni fa l'amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono ha spiegato che si può anticipare di dieci giorni, quindi già la prossima settimana. Ma prima dovrà arrivare il via libera del ministero per l’Ambiente. In pratica si tratta di una sorta di valutazione di impatto ambientale semplificata. Via libera che potrebbe tardare di qualche giorno ma comunque da Roma dovrebbe arrivare l'ok entro la fine di marzo. A quel punto, seppur non in modo evidente, anche la fase della ricostruzione potrà ufficialmente partire.
Nel frattempo proprio il commissario Bucci ha siglato un accordo con i sindacati per quanto riguarda proprio i lavori di ricostruzione del viadotto della A10 sul Polcevera. Sicurezza, regolarità e stabilità occupazionale sono i tre temi messi nero su bianco dall'accordo siglatro ieri. "Si tratta di un testo molto importante e significativo - spiegano i segretari nazionali Mauro Franzolini, Stefano Macale, Antonio Di Franco - sia per il merito che per il metodo con il quale si è arrivati alla firma. Innanzitutto ci sarà la verifica dell'applicazione del contratto degli edili per i lavoratori impiegati in cantiere". Per i sindacati si tratta di una "misura importante per debellare la piaga del dumping contrattuale, cioè il ricorso a contratti diversi da quello dell'edilizia, come il metalmeccanico, il multiservizi o addirittura il florovivaistico. Molto importante anche l'istituzione di un sistema informatizzato che controlla gli accessi al cantiere, con informazioni sulle tipologie di contratto applicate. In tema di sicurezza e prevenzione, inoltre, sono previsti obblighi stringenti per la formazione, l'individuazione dei responsabili per ogni cantiere e la fornitura dei dispositivi di protezione, grazie anche alla stretta collaborazione con gli enti bilaterali. Infine, a tutela della stabilità occupazionale e delle spettanze dei lavoratori, abbiamo stabilito regole importanti in tema di responsabilità solidale e di clausola sociale".
"Con questo accordo abbiamo davvero posto le basi per un lavoro che sia all'insegna della dignità e della sicurezza degli operai, in un cantiere che è diventato il simbolo drammatico di un Paese che ha bisogno di opere moderne e sicure. La ratifica dell'accordo - concludono i segretari di Feneal, Filca, Fillea - è tra l'altro arrivata in un giorno simbolico per le costruzioni, quello dello sciopero generale che ha raccolto a Roma 20 mila manifestanti, un momento di partecipazione e mobilitazione per chiedere il rilancio del settore all'insegna proprio della legalità, della regolarità e della sicurezza".
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Ponte, demolizione e ritardi: aumentano i dubbi. Firmato l'accordo per la sicurezza nel cantiere
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