politica

La replica al commento di Maurizio Rossi sulle Comunali matuziane
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Gentile editore,
ho letto il suo articolo sulle prossime elezioni a Sanremo. Auspicavo nell’occasione di uno scatto in avanti iniziando finalmente a parlare di contenuti e proposte, in questa già poco edificante campagna elettorale per vie dei toni e delle argomentazioni di qualcuno.

Speravo, sinceramente, di non dover ritornare, per l’ennesima volta, su rimpasti di Giunta vecchi di anni, ricostruzioni giornalistiche su dinamiche politiche già chiarite ma sempre ugualmente riproposte o ipotetici retroscena che poco mi appassionano e che sono il terreno di gioco prediletto di chi ha pochi argomenti ma tanta voglia di fare polemiche ogni giorno. Avrei quindi evitato di entrare nel merito delle tesi da lei proposte, ma sento il dovere di fare delle precisazioni, anche in riferimento ad alcune risposte al suo articolo, sperando di riuscire così a dipanare eventuali dubbi in chi ci legge. Ritorno un attimo a cinque anni fa, quando sciolsi le mie riserve e decisi, da uomo e imprenditore libero e indipendente, di mettermi a disposizione della città e impegnarmi per rilanciare Sanremo, con una forte squadra a mio supporto.

In uno dei miei primi discorsi pubblici posi alcuni quesiti, che divennero poi il manifesto del mio movimento civico: “Ricostruire una scuola è di destra o di sinistra? Fare una nuova palestra è di destra o di sinistra? Portare l'acqua in quelle frazioni che la aspettano da decenni è di destra o di sinistra?”. Erano, in allora, le parole di chi ha sempre pensato che a livello locale i risultati concreti contino gran lunga di più della questione ideologica, e che le persone contino più dei simboli di partito.

E’ sulla base di questa visione amministrativa che è nato e cresciuto in questi anni il nostro movimento, un gruppo fatto di tante persone, ognuno con la propria libera concezione di politica sul piano nazionale, ma tutte unite da una radicata visione civica, libera e indipendente sul piano locale. Non pretendo certo che questo modello amministrativo possa essere condiviso da tutti (anche se vedo che è sempre più diffuso ovunque, anche in Liguria), ma posso evidenziare che tanto gli oltre settanta candidati che formeranno le mie tre liste civiche (tra cui molti alla loro prima esperienza, e probabilmente con orientamenti politici su base nazionali diversi tra loro), quanto le migliaia di sanremesi con cui ho parlato in questi anni, nessuno mi ha mai posto questioni di tipo politico-ideologico, ma tutti, sempre, hanno prestato grande attenzione alla nostra visione amministrativa, su questioni ed obiettivi che colore politico non hanno, e altrettanta grande attenzione alla persona a cui accordare la propria fiducia.

Sono un padre di famiglia che ha creato una azienda nelcampo dell'ibridazione floricola. Ho i miei difetti, grandi e piccoli, come tutti. Ma sono un uomo libero. E indipendente. La mia candidatura non nasce da gruppi di potere o da accordi politici tra i partiti, né è stata decisa da persone che ricoprono ruoli importanti all’interno della mia azienda. Azienda, la mia, che non ha rapporti lavorativi con nessuna pubblica amministrazione della provincia e tantomeno con nessuna di esse ha aperto delicati contenziosi. E mi creda se le dico che su tutto questo, di dubbi, tra i tanti cittadini che credono in me e tra tutti i candidati e sostenitori che mi supportano, io non ne vedo. E' per tutto ciò che ho finora premesso, e perché tra i miei sostenitori ed elettori ci sono sia persone di centrodestra che di centrosinistra, che io rifiuto ogni etichettatura.

Mi ritengo civico. Il mio partito è Sanremo. E mentre per cinque anni da sinistra mi sono sentito dire che ero troppo di destra, e da destra che ero
troppo di sinistra, il mio progetto civico si è ulteriormente allargato, con nuove adesioni sia dal fronte civico-progressista, sia da quello del centrodestra (in particolare tanti ex candidati ed ex elettori dell’allora PDL e attuale Forza Italia). Qualcosa vorrà pur dire.

Vengo alla coalizione, e all’appoggio del Pd. La questione del simbolo non è di mia stretta competenza, né, onestamente, mi appassiona (al contrario vedo, divertito, che altri aspiranti sindaci non passano giornata senza rilasciare un commento sul tema). Io guardo oltre, guardo alle persone che compongono quel gruppo a livello locale, e posso dire che sono molto contento di ricevere
l’appoggio di tante donne e uomini, tra cui assessori e consiglieri uscenti, che in questi anni hanno lavorato con grandissima serietà e impegno per la loro città, contribuendo al raggiungimento di tanti obiettivi importanti.

Chiudo con alcune precisazioni sul collega Scajola, citato anche in questo suo articolo, il cui endorsement ha fatto molto discutere e ha dato una nuova occasione di risibile strumentalizzazione a chi da mesi non riesce a fare altro. Le sue parole di apprezzamento alla mia persona e alla mia attività amministrativa mi hanno fatto piacere, così mi hanno fatto piacere quelle dei colleghi di Taggia, Ventimiglia, Vallecrosia, Ospedaletti, Dolceacqua, Riva Ligure, Santo Stefano, Camporosso e di altri
sindaci (ed ex sindaci) di molti Comuni del ponente ligure. Dietro questi apprezzamenti c’è l’impegno serio del sottoscritto in questi anni su temi di interesse provinciale, c’è il duro lavoro dei sindaci del ponente ligure spesso lasciati soli su tante questioni importanti, non certo qualche accordo politico, come strumentalmente ipotizzato da qualcuno. Non so se il sindaco di Imperia nutra il desiderio di fare il presidente della Provincia.

Quello che so per certo, però, è che mai mi ha chiesto un mio appoggio politico per poter rivestire quella carica: Scajola (così come tutti gli altri sindaci) sa bene che nomi e ruoli per me sono una questione completamente secondaria rispetto ai temi. Perché su temi complessi (e per certi aspetti delicati) come rifiuti, acqua pubblica, trasporti e sanità bisognerà fare approfondimenti molto seri e molto chiari tra tutti noi sindaci. E solo dopo questi passaggi, allora, eventualmente, si potrà ragionare sulle figure più adeguate a ricoprire il ruolo di presidente della Provincia.

Mi ricandido a sindaco di Sanremo per concludere il percorso iniziato in questi anni, con la speranza di completare tutto ciò che abbiamo avviato e lasciare in eredità un solco, una via, una prospettiva di crescita per Sanremo su cui, chi verrà dopo il mio secondo mandato, se lo riterrà utile, potrà proseguire. Sperando che queste mie righe possano essere utili a chiarire eventuali dubbi nei vostri lettori, siano essi sanremesi o corregionali interessati a capire lo scenario politico locale, la ringrazio per lo spazio concessomi e la aspetto presto a Sanremo. Un caro saluto.

*Alberto Biancheri - Sindaco di Sanremo