Il quale, tuttavia, continua ad opporre una forte resistenza all’idea di lasciare la Sampdoria, fonte dei suoi guadagni, come lui stesso ha orgogliosamente e meritoriamente rivendicato in un’intervista a Tiki Taka, e della sue apparizioni televisive nei talk show nazionali. Prima di diventare presidente della Sampdoria, infatti, Ferrero aveva alle spalle alcune disavventure imprenditoriali e nessuna popolarità, tanto che mai lo si era visto sul piccolo schermo, nonostante la sua militanza nel mondo dello spettacolo.
Ecco perché, al di là dei soldi, peraltro fondamentali come in ogni transazione, Ferrero non vorrebbe mollare la presa sulla società di Corte Lambruschini, ricevuta in dote nel 2014 da Edoardo Garrone. Peraltro, quella del gruppo Vialli non è l’unica manifestazione di interesse nei confronti della Sampdoria, appetita anche da un altro Fondo internazionale, l’Oak Tree rappresentato dal vicepresidente vicario Paolo Fiorentino, e da un gruppo imprenditoriale con sponde genovesi. Ma lo York Management Capital resta in vantaggio.
La dead line resta quella già indicata: fine marzo per arrivare ad una lettera formale di impegno, aprile per definire i dettagli e maggio per il closing della trattativa. Sempre che si trovi l’accordo, al quale sta lavorando alacremente il vicepresidente Antonio Romei, convinto che la Sampdoria, dopo il risanamento finanziario di Edoardo Garrone e l’efficace gestione operativa di Ferrero – tra le altre cose il Centro Mugnaini di Bogliasco continua ad essere ampliato – sia pronta per un nuovo salto di qualità verso quel futuro che solo i Fondi di investimento, nel calcio di oggi, possono portare avanti.
IL COMMENTO
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