Ci sono volute quattro sedute di consiglio regionale, complici l'ostruzionismo delle opposizioni e le proteste delle associazioni ambientaliste, ma alla fine la riforma dei parchi liguri e' legge.
Il provvedimento e' stato approvato con i 17 voti favorevoli del centrodestra compatto, 10 contrari dell'opposizione (assenti Pippo Rossetti del Pd, Fabio Tosi del M5s e Gianni Pastorino di Rete a sinistra che ha avuto un malore durante la seduta) e l'astensione di Giovanni Boitano (Liguri con Paita). La nuova normativa prevede la ridefinizione dei confini di quattro parchi, per una complessiva riduzione di poco superiore ai 540 ettari. Il parco dell'Antola perde 436 ettari, quello delle Alpi liguri 59 e quello dell'Aveto 53. Aumenta, invece, di 8 ettari il parco del Beigua, che tuttavia non comprendera' una parte del Comune di Urbe, nonostante la volonta' espressa dal territorio.
Novita' anche per le aree protette: la nuova legge prevede il declassamento di 42 aree protette savonesi da regionali a provinciali per mancanza dei requisiti minimi di legge. Nel complesso, si tratta di oltre 22.600 ettari, di cui quasi 17.500 inclusi nei siti di interesse comunitario. Addio anche al parco del Finalese, in discussione dal 1977 ma mai realizzato. Con questo provvedimento, inoltre, cinque aree protette (Bric Tana, Piana Crixia, Rio Torsero, Isola di Bergeggi e Isola Gallinara) passano dalla gestione provvisoria a quella ordinaria. Tra le novita', la riforma prevede l'introduzione di un coordinamento regionale delle aree protette e dei parchi e la possibilita' di istituire parchi interregionali. Nuova normativa anche per le priorita' dei finanziamenti ai parchi, con maggior peso per chi si proporra' per restaurare centri storici o edifici di particolare valore, nuclei abitati rurali, per realizzare opere di risanamento di acqua, aria e suolo, per lavori di conservazione e di restauro ambientale del territorio o legati ad agriturismi e a attivita' sportive. Via libera anche all'introduzione di biglietti di ingresso e altre tariffe legate a servizi erogati dal parco nonche' all'introduzione della vigilanza volontaria.
"Sono molto contento perche' e' il compimento di un lungo lavoro durato anni- commenta l'assessore regionale ai Parchi, Stefano Mai- questa legge rappresenta la volonta' di riformare la normativa regionale in materia, eliminando situazione dubbie, obsolete o di contrasto normativo. Ci consente di ripartire con una nuova condizione di certezza ed efficienza nella gestione e nella tutela del patrimonio di biodiversita' della Liguria. Quello di oggi rappresenta un punto e a capo dal quale si potra' ripartire con maggiori certezze e una gestione migliore di tutto il territorio delle aree protette. Ricordo che la giunta precedente di centrosinistra voleva centralizzare la governance dei parchi, noi ridiamo potere agli enti coordinandoli attraverso un tavolo di confronto che loro stessi chiedono".
Prima della seduta, l'assessore ha ricevuto in conferenza capigruppo le associazioni ambientaliste fortemente contrarie alla riforma e, come anticipato la scorsa settimana, ha assicurato l'istituzione di un tavolo tecnico di confronto, con a prima convocazione gia' prima della chiusura dell'iter dell'approvazione dei piani dei parchi che devono essere discussi in commissione. Tra gli argomenti che, a detta dell'assessore, potrebbero essere affrontati nel tavolo con le associazioni, anche la possibilita' di far entrare una parte di Urbe nel parco del Beigua e la costituzione del parco del Finalese, controvertendo di fatto due cardini della riforma appena approvata.
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Parchi in Liguria, buona la quarta: approvata in consiglio regionale la riforma
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