
Dunque qualcosa si muove per quanto riguarda il lavoro a Genova. Da un lato la crisi del settore ristorazione e commercio con le chiusure de La Rinascente e il caso Moody che forse ora vede uno spiraglio per i lavoratori. Dall'altro la ricerca di aziende soprattutto legate al digitale e hi-tech. Ci sono anche altre aziende che stanno mettendo i loro occhi su Genova. Ma per cercare di ridare vita a una zona centrale della città come quella di Piccapietra il Comune ha studiato alcune misure ad hoc. "Si tratta di un pacchetto di agevolazioni che permette alle aziende che vogliono investire e assumere almeno cinque dipendenti una defiscalizzazione di 200mila euro in tre anni" spiega ancora Vinacci.
Ma non solo, da Palazzo Tursi parte una vera e propria caccia a alle aziende che vogliono ed eventualmente vogliono investire a Genova. "Stiamo facendo una mappautura della attività presenti nelle grandi città italiane come Bologna, Firenze e Padova. Vogliamo andare a cercare noi gli investitori non aspettare che arrivino loro in modo da capire se hanno interesse e se la nostra piazza può essere per loro interessante" racconta nel dettaglio Vinacci. Ma per far sì che le aziende tornino a ridare vita all'area di Piccapietra serve un altro passo che l'assessore comunale spiga: "Purtroppo quei locali non sono comunali, è necessario che si trovi un contatto tra proprietari e potenziali investitori per individuare delle agevolazioni".
IL COMMENTO
Salis, quanto conta la bellezza in politica?
Dai dazi di Trump al voto per Genova, quando il mondo va alla rovescia