Uno sforzo economico ben superiore, per esempio, a quello di Atalanta, Lazio e Torino, squadre che precedono la Samp in classifica. Ciò significa che le spese per i procuratori sono più funzionali alla realizzazione di plusvalenze che al conseguimento del risultato sportivo. Ma questo già si sapeva.
E anche questa corposa “voce” di bilancio, tra le altre, rientra negli elementi valutati nell’ambito delle trattative di cessione della società con il gruppo Vialli e gli altri competitor: le operazioni, dopo la scrematura dell’advisor Mediobanca, si accingono ad entrare nella fase calda, addirittura decisiva e Massimo Ferrero sarà chiamato a dare, entro maggio, le risposte definitive.
Certo è che l’ennesimo corto circuito di questa gestione, che la scorsa estate aveva perso, oltre al diplomatico tessitore Daniele Pradé, il formidabile talent scout Riccardo Pecini per incomprensioni con il presidente, le stesse che hanno portato alle furiose dimissioni di Walter Sabatini, potrebbero ora accelerare il processo di distacco di Ferrero dalla Sampdoria, specie se Sabatini dovesse portarsi dietro, forse proprio a Bologna, anche Carlo Osti, sul piano tecnico l’uomo della continuità e della serietà, insieme con Marco Giampaolo.
L’allenatore, domenica alle 18 contro una Lazio orfana di Milinkovic Savic e Luis Alberto, tenterà di mantenere i blucerchiati ancora aggrappati all’Europa, obiettivo interessante e interessato soltanto in presenza di un’eventuale svolta societaria, quantomai necessaria per interrompere la spirale di negatività e confusione che avvolge ormai da mesi la Sampdoria.
IL COMMENTO
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