La mia amicizia con l’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, nasce oltre trent’anni fa, quando ero responsabile delle pagine culturali del Secolo XIX. Tra i collaboratori fissi della Terza c’era un giornalista impareggiabile: grande cultura, grande eleganza, grande classe. Si chiamava Beppe Venosta, se ne andò troppo giovane Beppe. Era figlio di Guido Venosta, cognomen omen, supermanager della Pirelli, tra i fondatori dell’Airc nel 1966, al vertice dell’associazione e della Fondazione per molti anni.
Così cominciai a occuparmi dell’associazione e quando passai nel 2003 alla direzione di Primocanale, con l’editore Maurizio Rossi ci facemmo travolgere e coinvolgere entusiasticamente da un eccezionale uomo, maestro del diritto e amico: Victor Uckmar. Che guidò l’Airc ligure dandole un'impronta indelebile e di traccia nazionale, ereditata e sapientemente governata oggi da Lorenzo Anselmi e dal suo staff. Da allora Primocanale ha tutti gli anni avuto l’onore e il piacere di realizzare una grande diretta dagli studi sul Grattacielo, dedicata alla ricerca sul cancro e, come volle fortemente Victor con tutti i suoi collaboratori prima fra tutti l’instancabile Jula Caumont, puntando sulla trasparenza della sottoscrizione, delle offerte, cioè pretendendo che si facessero conoscere dove finivano i soldi raccolti, quali ricercatori avevano sostenuto e quali erano stati i risultati.
Una battaglia che Uckmar e l’Airc ligure hanno sempre vinto, sia raccogliendo tanto, sia con ricerche che hanno avuto l’onore di prestigiosi premi internazionali.
Venerdì alle 21 saremo ancora in diretta da Terrazza Colombo, a fil di cielo sulla notte genovese e vi racconteremo a che punto è la ricerca nazionale, con i responsabili italiani e genovesi dell’Airc con i medici e gli scienziati dei nostri centri ospedalieri. Toccherà a Lorenzo Anselmi dare i conti e i risultati con l’aiuto degli scienziati che parteciperanno alla trasmissione.
Le novità sono parecchie e la speranza di sconfiggere il cancro si avvicina sempre di più. Lo testimonieranno le storie di chi ce l’ha fatta. Grazie alla generosità degli italiani che, ahimé sono spesso toccati o sfiorati da questa dura esperienza. Una speranza che deve crescere e può farlo soltanto con la solidarietà e le donazioni, e la fiducia verso i ricercatori, soprattutto i giovani e quelli che, emigrati all’estero, finalmente hanno deciso di ritornare in Italia. Un magnifico segnale per il futuro che, speriamo, anche questo governo con in testa la ministra della Salute, comprenderanno e sosterranno.
salute e medicina
Primocanale, l'Airc e la lezione dei genovesi
Venerdì alle 21 il convegno a Terrazza Colombo
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