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La vicenda della concessione dello stadio “Luigi Ferraris” per 90 anni ad Enrico Preziosi e Massimo Ferrero, rispettivamente presidente del Genoa e della Sampdoria, è approdata in Consiglio comunale a Genova, dove un esponente dell’opposizione, Fabio Ceraudo dei Cinquestelle, ha presentato un’interrogazione alla quale ha risposto con puntualità l’Assessore al patrimonio, Pietro Piciocchi.


Dal dibattito, seguito in tempo reale da Giovanni Porcella, è scaturita un po’ di chiarezza sulla delicata questione che Primocanale aveva sollevato nelle scorse settimane. Intanto, è emerso che le due società di calcio, attraverso la Luigi Ferraris srl, società appositamente creata, risultano ancora in debito con Palazzo Tursi, quindi con tutti i cittadini genovesi, di circa un milione di euro, relativi al canone di locazione dell’impianto di Marassi. Una “pendenza” (per quanto rateizzata) da risolvere, prima di procedere in altre direzioni.


Poi, l’assessore Piciocchi, che è persona seria a preparata, ha specificato che i tempi per arrivare all’eventuale concessione definitiva, attraverso i passaggi obbligati previsti dalla normativa vigente in materia di beni demaniali, sono nell’ordine dei nove mesi. Ne deriva che quando Ferrero afferma “ho preso lo stadio Ferraris” non solo dice un’inesattezza ma sostiene una situazione destituita di ogni fondamento giuridico. Terzo Piciocchi è stato chiaro: “Quando si arriverà alla conclusione dell’iter burocratico, sarà cura dell’Amministrazione fare tutti gli approfondimenti per le valutazioni che porteranno a dare il via alla concessione di 90 anni, termine previsto dalla legge per consentire ai club di accedere ad una serie di condizioni favorevoli tese al miglioramento della struttura”.

Primocanale ha ben chiara l’utilità per il Comune di Genova di sgravarsi del peso gestionale del “Ferraris”, di cui è proprietario ma manutentore a fatica.
Così come ha chiaro l’interesse ad apportare allo stadio le migliorie a vantaggio degli sportivi e della collettività. Tuttavia ha chiesto e continua a chiedere che una concessione così lunga, specie se accordata a presidenti senza radicamento imprenditoriale sul territorio, preveda l’osservanza di condizioni e garanzie a tutela dei cittadini. Condizioni e garanzie che, se non rispettate, invalidino gli interi accordi.

Giova ricordare che l’anno scorso gli abbonati di Genoa e Sampdoria furono sfrattati dalla Tribuna superiore e “accomodati” nei Distinti con il pretesto di lavori mai realizzati. Le prima risposte fornite da Piciocchi sono state soddisfacenti. Da parte nostra continueremo a vigilare, stando come sempre solo ed esclusivamente dalla parte della gente.