
Il viaggio nella Grande Mela rappresenta il segnale forte della volontà di Ferrero di cedere la Samp ma è anche una sorta di ultimatum lanciato di persona dal presidente ai potenziali acquirenti: siamo arrivati al redde rationem, al punto di non ritorno, da dentro o fuori, faccia a faccia. Se gli americani guidati da Vialli vogliono a tutti i costi la Sampdoria – è il messaggio portato personalmente da Ferrero – devono soddisfare ora e subito la sua richiesta economica: 100 milioni complessivi.
L’ultimatum, insomma, è scattato e Ferrero pretende di tornare dagli Usa sapendo se dovrà continuare alla guida della Sampdoria oppure no, tanto più che gli altri potenziali acquirenti – il Fondo Aquilor e i fantomatici arabi del principe Abdullah – si sono defilati. Dalle indiscrezioni che filtrano l’offerta di Dinan, coadiuvato da Fausto Zanetton ed Alex Knaster, sarebbe sempre ancorata ai 65, massimo 70 milioni, ma si continua a trattare febbrilmente.
Nel frattempo la sponda genovese del gruppo Vialli, costituita dall’ex presidente Enrico Mantovani, pronto ad entrare nel consiglio di amministrazione della nuova Sampdoria a stelle e strisce, continua a professare ottimismo sull’esito positivo dell’operazione.
In attesa di sviluppi è stata congelata la posizione di Marco Giampaolo, pronto a rassegnare le dimissioni se resterà Ferrero ma disposto a continuare nella Sampdoria con una diversa programmazione del futuro. Entro lunedì il closing o la definitiva parola fine, anzi il the end, sulla possibilità per la Sampdoria di cambiare proprietà.
IL COMMENTO
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