
Fare scuola con proposte nuove e superando l'eterno "mancano risorse", per dare sostegno a chi vive nelle zone periferiche più “difficili” della città. "Il Cep è il quartiere più in sofferenza della città – spiega Sergio Casali membro di Sant’Egidio e responsabile operativo del progetto – dove negli anni sono state indirizzate tutte le situazioni di disagio. Quella che incontriamo oggi è la terza generazione di ragazzi nati qui e su di loro, e di conseguenza sulla scuola che è l’istituzione più presente e riconosciuta nel quartiere, si riversano tutte le contraddizioni di questa parte di città".
Ed effettivamente il Cep è un quartiere che non ha una piazza, in cui gli spazi pubblici di socializzazione per i bambini giacciono abbandonati ed inservibili. Dove il reddito imponibile medio è il più basso della città (16.446 euro) e il tasso di disoccupazione il più alto (20%). Il tasso di scolarizzazione è del 31,5% - il più basso a Genova e più di due volte e mezzo inferiore a quello dei quartieri “bene” – solo il 5,3% degli abitanti ha una laurea o diploma universitario, contro il 18,5% di media genovese.
L’impresa sociale “Con i Bambini” ha selezionato il progetto nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile con il fine di rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Ieri la presentazione pubblica del progetto – attivo già dallo scorso settembre - alla città, alla presenza degli amministratori pubblici, che – parole dell’assessore comunale alle pari opportunità Arianna Viscogliosi – si sono impegnate a sostenere il progetto. Tra gli intervenuti, anche il presidente del Tribunale per i Minorenni di Genova Luca Villa, che ha affermato "bisogna investire di più in progetti come questo, per prevenire, educare, sostenere gli adolescenti di periferia, perché una società sana punta a non togliere i bambini alle famiglie, ma ad aiutarle".
IL COMMENTO
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