cronaca

Il Riesame ha confermato la violazione della Legge Bolkestein
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"Adesso se da un lato devo restituire i soldi ai clienti dall'altro ho 8 dipendenti che non ho intenzione di licenziare. E non licenzio nemmeno il bagnino", commenta Claudio Galli, titolare dei bagni Liggia sequestrati questa mattina in esecuzione della sentenza del tribunale di Genova.

Il titolare era già entrato nel mirino degli inquirenti per presunta violazione delle direttive Bolkestein. Una concessione rilasciata nel 1998 e scaduta il 31 dicembre 2009 e nessuna proroga. Così la Cassazione accoglie la richiesta del pm Walter Cotugno e rinvia al Riesame, che conferma in data odierna il sequestro dei bagni Liggia.

La querelle era iniziata a maggio 2018 in seguito all'abbattimento di un muro dello stabilimento vicino. Via libera dal Comune, ma la procura aveva avviato le indagini per una presunta violazione della Bolkestein: l’area su cui insistevano i bagni Liggia sarebbe stata occupata abusivamente.

"Non licenzio il bagnino, ma la barca di salvataggio non so dove metterla - ha proseguito - Secondo la capitaneria dovrei metterla sul molo che è l'unica parte non sequestrata ma per riporla la sera devo violare i sigilli?".

Galli annuncia che si muoverà per vie legali: "Domani presenterò un esposto alla Procura - ha annunciato - per dire che esistono oltre 10 mila concessioni in Italia che sono nella mia situazione. Sono elencate nel database del ministero delle infrastrutture e del ministero del turismo e vi elenco le 453 autorità concedenti che vi chiedo di indagare". 

I giudici hanno anche trasmesso gli atti al pm perché indaghi su Comune, Capitaneria e demanio per l’indolenza dimostrata sul caso: "Le autorità hanno tollerato per un decennio l’illecito per favorirlo o per inerzia".