Il rischio dei commenti “un anno dopo…” è di finire nella retorica del ricordo. C’è poca retorica da fare con quarantatré morti alle spalle “per cattiva manutenzione” di un ponte e una comunità che, sotto le macerie del Morandi, ha perduto anche la consolazione dei ricordi. In questi giorni si consumano le parole.
Primocanale, con le sue ore e ore di immagini e testimonianze, nella giornata “un anno dopo” sarà protagonista di una diretta non stop che, come testimoniano i numeri degli ascolti, offrirà ai telespettatori l’occasione per una riflessione sulle responsabilità della politica.
Un anno è passato da quella mattina incredibile e allucinante, ma Genova non è stata lasciata sola. Lo ha ricordato il sindaco Marco Bucci nell’inconsueta chiacchierata che mi ha offerto nella sua casa con sua moglie, alcune settimane fa, in grande confidenza. La solidarietà e l’aiuto di tutto il Paese sono stati pressoché immediati. Quello era l’aiuto più "facile", che arriva sull’onda delle emozioni forti, regalate come sempre dalle immagini. La pioggia incessante che batte sulle arcate del ponte che si sbriciolano sopra i caseggiati, le auto e i camion che scivolano e precipitano, le urla sconvolte di chi, sotto, ha assistito a una delle più terribili tragedie del dopoguerra, le case da abbandonare salvando qualche ricordo.
L’aiuto politico è arrivato subito, come quello emozionale che coinvolge i pompieri, i volontari, la gente. E’ arrivato dal governo in carica, quello gialloverde (allora era ancora giallo verde perché prima dello sconvolgimento delle elezioni europee), con la partecipazione del premier e dei ministri. Tutti a Genova a prendere impegni con il sindaco-commissario e il governatore-commissario. Ma anche e soprattutto con i parenti dei poveri morti e gli abitanti senza case e memoria.
In linea di massima possiamo dire che quegli impegni sono stati fino a oggi rispettati. Lo scheletro del Morandi non c’è più e fra poco si muoverà la ricostruzione. Gli sfollati hanno trovato sistemazioni. I collegamenti viari reggono nonostante gli immensi problemi. Certo, davanti ci sono molti altri nodi da risolvere, a cominciare dal lavoro e dalle aziende ferite o distrutte.
Per questo, la crisi politica che stiamo vivendo, mi preoccupa molto. Gialloverde e poi Verdegiallo hanno capito il dramma di Genova quel tremendo 14 agosto. Lo hanno trasformato in un grande problema nazionale. Ma , fatte le dovute proporzioni, hanno tracciato una nuova strada di intervento molto differente dalle deludenti iniziative dei dopo terremoti. Lo “stile” della ricostruzione del ponte Morandi segna una novità politica importante che, speriamo, il governo che verrà, saprà confermare con la stessa forza.
cronaca
Genova non è stata lasciata sola
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