cronaca

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Si chiamano Apple, Kaos, Kappa, Keynine, King, Maggie, Luna, Wendy e Zoe i cani del nucleo Urban search and rescue dei vigili del fuoco che hanno operato sullo scenario apocalittico di Ponte Morandi. A questi cani, è stato consegnato il primo premio 'Fedeltà del cane' che si celebra ogni anno a Camogli (Genova). Tra i primi a giungere sul posto, il responsabile tecnico del Nucleo Cinofilo Regionale Liguria Rocco Tufarelli con la sua Zoe, golden retriever di due anni che si è ritrovata a affrontare un intervento difficilissimo, il primo per lei e il più pericoloso.

Zoe è stata bravissima, ma mentre scavava si è ferita. Soccorsa dal veterinario ha poi ripreso il lavoro, dimostrando a tutti di essere degna del suo ruolo e pronta a affrontare le future emergenze. "Le operazioni erano complicate - ha ricordato Tufarelli - perché tutto era instabile, pezzi di ponte potevano staccarsi e cadere sugli stessi soccorritori, mentre la pioggia non migliorava le cose". Il premio è stato ricevuto dai conduttori dei cani: Zoe con Rocco Tufarelli, responsabile tecnico del Nucleo Cinofilo Regionale Liguria, Comando Vvf di Imperia, Apple con Igor Giovinazzo, Maggie con Massimo Angeloni e Wendy con Roberto Gastaldo del Comando di Genova, Kappa con Mirko Gianuzzi, Kaos con Nicola Ronga, Keynine con Angelo Vecchio e King con Valerio Varriale Comando di Savona.

A vincere il premio Fedeltà è stato invece Willi, un  pincher di 2 anni e mezzo. Ha salvato la vita del suo padrone Enrico costringendolo, a forza di ululati e guaiti, a uscire dalla falegnameria prima che la palazzina crollasse. L'episodio che è valso il riconoscimento all'intuito e al coraggio di Willi risale a qualche tempo fa ed è avvenuto nel quartiere di Sant'Aventrace a Cagliari.
Enrico all'interno della falegnameria, al piano terra di una palazzina, sente degli scricchiolii e vede Willi cambiare atteggiamento. Il cane corre ululando per tutta la falegnameria, provando a portare il padrone verso l'uscita. Enrico esce e la palazzina collassa su se stessa. Enrico e il fratello Roberto hanno perso tutto: macchinari, attrezzature, manufatti della storica falegnameria ereditata dal padre e dal nonno. "La disperazione rimane - ha detto Enrico -, ma anche la consapevolezza di essere vivi, solo per miracolo e grazie a Willi".