La Procura di Genova ha messo nero su bianco le accuse nei confronti di Aspi per il crollo del ponte Morandi sostenendo che Autostrade per l'Italia ha violato il patto con lo Stato. Da Aspi, scrivono i magistrati nella richiesta di misure cautelari che sono state eseguite nelle scorse settimane per 9 tra dirigenti e tecnici della stessa società e della controllata Spea accusati di aver compilato falsi report sulla sicurezza dei viadotti, "assistiamo a una strategia complessiva volta alla realizzazione di comportamenti di sistematica falsificazione finalizzata al mascheramento di gravissime inadempienze agli obblighi di legge e della convenzione tra Autostrade e lo Stato".
Intanto Autostrade ha licenziato i manager Michele Donferri Militelli e Paolo Berti: il primo ex direttore delle manutenzioni, il secondo direttore delle operazioni. Sono indagati a Genova per omicidio colposo plurimo e disastro. Berti è stato condannato a 5 anni e 6 mesi per l'uscita di strada di un bus in autostrada nei pressi di Avellino con 40 morti. I due sono nella bufera dopo che da alcune intercettazione sarebbero emersi comportamenti illeciti e poco trasparenti. In precedenza Aspi aveva dato il buon servito all'Ad Giovanni Castellucci con una buonauscita di 13 milioni.
L'atto d'accusa verso Aspi dipinge un quadro "sistemico", come mai si era visto in precedenza. "Dalle carte dell' inchiesta - precisano i pm - emergono reiterati e organizzati comportamenti di falsificazione di numerosi atti pubblici, tutti caratterizzati dalla finalità di occultare il reale stato di ammaloramento di svariate opere autostradali". Soprattutto, i pm rimarcano come certi comportamenti, molto diffusi, siano "antecedenti" e "successivi" al crollo del Morandi. "Vengono tuttora falsificati (il documento risale alla seconda parte dell' estate) con pari sistematicità gli atti pubblici relativi agli accertamenti e alle verifiche circa la sicurezza della circolazione su una serie di ulteriori opere della rete autostradale". Sempre a parere di chi indaga, la morte di 43 persone e il crollo del viadotto non ha rappresentato uno spartiacque e dietro le relazioni truccate c' è una regia precisa.
"Tale sistematica falsificazione - evidenziano gli inquirenti - lungi dall'essere espressione di comportamenti isolati di un singolo indagato, risulta invece legata ad un preciso modus operandi. Emerge, infatti, il coinvolgimento diffuso di svariate articolazioni della società Spea e di Autostrade per l'Italia, con i loro rispettivi responsabili al più alto livello". Aspi precisa che ha avviato da tempo monitoraggi sui viadotti attraverso società esterne specializzate, che verificano a loro volta i rilievi compiuti da Spea. Ed entro la fine dell'anno tutte le 1943 opere della rete saranno verificate anche da queste società esterne.
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Falsi Report, la procura: “Modus operandi preciso di Aspi e Spea”
L'inchiesta dopo il crollo di ponte Morandi a Genova
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