Rabbia, esasperazione e stanchezza. L'aria che si respira nello stabilimento genovese ex Ilva di Cornigliano è intrisa di questi sentimenti. In mattinata si terrà l'assemblea per decidere le modalità di mobilitazione, dopo l'annuncio di ArcelorMittal di sfilarsi dall'acquisto delle aree o, in alternativa, procedere con un piano da 5mila esuberi che il governo ha già, però, definito "inaccettabile".
Lo sciopero indetto a livello nazionale da Fiom, Fim e Uilm avrà modalità e tempi che verranno decisi territorialmente. Sta di fatto che quella arrivata il 4 novembre è stata l'ennesima doccia fredda piombata su una fabbrica che, nella sua storia, come dicono alcuni operai davanti ai tornelli d'ingresso, "non ha mai avuto pace". Una storia travagliata, quindi, fatta di rischio chiusura dietro l'angolo, di ridimensionamento, di inquinamento ambientale, di bonifiche, di riconversione, di esuberi, di cassa integrazione.
Niente sciopero per ora nello stabilimento ArcelorMittal di Cornigliano. La scelta dell'rsu con i sindacati territoriali è al momento quella di fare il punto con tutti i lavoratori, sia i 1.016 assunti dal gruppo franco-indiano, sia i 280 che si trovano in cassa integrazione sotto Ilva in amministrazione straordinaria. "Sentiamo l'esigenza di un confronto tra tutti i siderurgici genovesi, quelli che stanno dentro la fabbrica e quelli che non sono stati assunti, tanto più dopo la lettera di Mittal che dice che dovremo ritornare tutti sotto Ilva in amministrazione straordinaria", spiega il coordinatore dell'rsu Armando Palombo.
A partire dalle 8 del mattino quindi tutti dentro la fabbrica o tutti fuori se l'azienda deciderà di non far entrare i lavoratori in cigs che non sono loro dipendenti. Per scioperi e cortei invece, l'rsu chiarisce: "Partiremo immediatamente non appena verrà toccato un solo lavoratore, sarà sufficiente un solo lavoratore in più in cassa", avverte Palombo. "Genova è preoccupatissima da un lato dall'atteggiamento balbettante del governo, dall'altro dall'arroganza di Mittal, ma immaginando di dover sostenere una battaglia aspra non abbiamo intenzione di sprecare energie", ha concluso il delegato sindacale.
Intanto, con una lettera congiunta invitata a Roma, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco di Genova, Marco Bucci, hanno chiesto "un incontro con il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, per affrontare l'impatto che la preoccupante situazione dello stabilimento ex Ilva di Genova Cornigliano potrebbe determinare sul nostro territorio. E' necessario trovare soluzioni concrete e di prospettiva il più rapidamente possibile per tutelare i lavoratori e una realta' industriale strategica per tutto il Paese".
EX ILVA DIFFIDA ARCELOR MITTAL - L'Ilva in amministrazione straordinaria risponde alla comunicazione di ArcelorMittal sulla retrocessione dei rami di azienda e il trasferimento dei dipendenti, comunicata ai rappresentanti sindacali e all'azienda stessa: "Vi diffidiamo - scrive - dal voler desistere e, comunque, cessare i comportamenti sino ad oggi posti in essere e quelli pronunciati e, in particolare, dall'adottare qualsivoglia ulteriore azione in pregiudizio della tutela occupazionale e reddituale dei dipendenti e dello stato degli impianti".
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Ex Ilva, a Genova (per ora) niente sciopero: "Risparmiamo le forze"
Assemblea nello stabilimento di Cornigliano in mattinata
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