La salvaguardia dei livelli occupazionali su Genova e la prosecuzione del progetto di riqualificazione dello stabilimento di Cornigliano. Queste le garanzie che il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco di Genova, Marco Bucci, sono andati a chiedere al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.
"E' unanime l'intendimento, come ha votato il Consiglio regionale, che l'Italia non possa, unica potenza del G8, privarsi del ciclo integrato dell'acciaio e rinunciare agli altiforni. Abbiamo 1.300 lavoratori (1.000 in ArcelorMittal e 300 in Ilva in gestione commissariale) che devono essere assorbiti da ArcelorMittal secondo gli accordi il 6 settembre scorso; la fabbrica deve continuare a lavorare", ha sottolineato Toti, prima di entrare al ministero di via Veneto.
Secondo Toti "quando si finisce in Tribunale in queste vicende è sempre inopportuno, poi speriamo che almeno la magistratura abbia giudizio visto che la politica ne ha avuto poco. Ma non possiamo legare il tema dell'Ilva, che è industriale, alle sentenze dei tribunali". Per il sindaco Bucci "l'Italia non può rimanere senza acciaio e l'impianto di Genova ha bisogno di investimenti. Ci aspettiamo rassicurazioni dal ministro Patuanelli e siamo disposti a mettere sul tavolo le nostre soluzioni le nostre ipotesi: abbiamo un impianto che produce e funziona bene e quindi puo' stare sul mercato. E una cosa che vale", ha aggiunto il primo cittadino.
Il vertice al Mise è durato poco meno d'un'ora. "Sull'Ilva il governo si sta preparando a ogni eventualità, ma ha garantito che salvaguarderà l'occupazione a Genova", ha riferito il presidente Toti al termine dell'incontro col ministro Patuanelli. Secondo Toti "è possibile che ci sia accordo con ArcelorMittal su basi un po' diverse dal piano industriale". E ha affermato: "Il ministro ci ha assicurato che stanno lavorando su molte opzioni, il dialogo è aperto a tutti i livelli e ci terrà informati. Il governo sta dialogando con i commissari nel caso in cui la magistratura non interrompa gli effetti del recesso presentato da Mittal e/o i tavoli aperti con Mittal non portino a un risultato da qui alla fatidica data del 4 dicembre", ha sottolineato.
"Il valore dell'impianto è nel mercato e il valore di quello di Genova è alto. Cornigliano avrà sicuramente una vita futura, bisogna vedere che in che modo", gli fa da sponda il sindaco Bucci. Il primo cittadino scommette sul fatto che "si troverà quella giusta. Abbiamo posto sul tavolo il tema, che riguarda in particolare i genovesi delle aree, sono aree importanti dentro il porto che potrebbero essere scorporate dall'impianto e utilizzate per tantissime altre attività e altre possibilità occupazionali".
"Da qua al 4 dicembre possono verosimilmente accadere due cose: si riapre il tavolo di trattativa con Mittal e l'azienda ritira il recesso unilaterale per trovare un accordo industriale con il governo. Viceversa, la magistratura interrompe gli effetti del recesso e questa deve continuare a gestire l'azienda con altre tempistiche di recesso. Oppure, Mittal vince su tutta la linea, consegna le chiavi e l'Ilva torna ad essere gestita dai commissari esattamente come prima della gara", ha proseguito Toti. In questo caso, i lavoratori genovesi dovrebbero tornare sotto Ilva in amministrazione straordinaria.
"La volontà del governo è di proteggere i livelli occupazionali e non far spegnere gli altoforni, che passino sotto i commissari o si trovi un accordo con Mittal. Poi ci saranno una serie di passaggi non semplicissimi, per i 1.018 lavoratori passati a Mittal dalla gestione commissariale che dovrebbero ripassare con Ilva. Non sono cose banali ma c'è la volontà della politica abbastanza uniforme". E poi: "Mittal va avanti riducendo la partecipazione con l'ingresso di altri soci? Mittal tiene tutto e cambia il piano industriale d'accordo con il governo? Mittal viene affiancato da una 'mano pubblica' che gestisce un pezzo di area a caldo? Sono tutte ipotesi possibili in teoria", ha concluslo Toti rispondendo alle domande dei giornalisti.
IL SONDAGGIO SULLA FIDUCIA - Secondo un sondaggio EMG Acqua presentato ad Agorà su Raitre, è Matteo Salvini il leader che riscuote maggiore fiducia in Italia, con il 41%, seguito da Giuseppe Conte al 33%. Seguono Giorgia Meloni al 29%, Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti al 22%, Silvio Berlusconi al 18%. Poi Matteo Renzi al 15%, Carlo Calenda al 15%, Giovanni Toti al 14%.
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ArcelorMittal, Toti e Bucci da Patuanelli: "L'impianto di Genova vale e va salvaguardato"
Per Cornigliano livelli occupazionali e progetto di riqualificazione
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