
L'indagine e' partita nell'ambito dei controlli su prestazioni sociali agevolate erogate a colf e badanti, per lo piu' stranieri, in prevalenza provenienti dall'est Europa o dal Sud-America: molti omettevano sistematicamente di indicare il reddito percepito dall'attivita' lavorativa all'atto della richiesta dell'agevolazione. Alcuni dei collaboratori controllati stavano maturando una posizione contributiva che avrebbe consentito, a fine rapporto, di richiedere il sussidio di disoccupazione (c.d. NASpI) che in molti casi superava i 5.000 euro, oltre che naturalmente l'assistenza sanitaria, e tutto cio', senza versare alcuna imposta allo Stato.
In un caso, una sola colf ha omesso di dichiarare oltre 100.000 euro di reddito in 5 anni. Tutti i lavoratori interessati hanno ammesso la 'dimenticanza' e manifestato la volonta' sanare al piu' presto la propria posizione con il fisco: emblematico il caso di una lavoratrice che si e' presentata mostrando la propria carta di credito per saldare subito quanto dovuto.
IL COMMENTO
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