
Una situazione che però non modifica gli obiettivi del sindaco e commissario Marco Bucci: "Noi vogliamo arrivare ad avere il ponte pronto a primavera, a fine aprile, e ci stiamo lavorando. Certamente tutta la pioggia che abbiamo avuto non ha aiutato - spiega ancora Bucci - ci sono ritardi dovuti a questo ma li stiamo gestendo. Mercoledì avremo il nuovo piano definitivo e sulla base di quello che ci diranno le aziende vedremo di capire se porta ritardi. In quel caso aiuteremo le aziende a superarli".
L'obiettivo che hanno fissato le ditte incaricate e il commissario Bucci è quello di accelerare in questa fase finale dell'anno. L'obiettivo di vedere tutti gli impalcati in piedi entro il 31 dicembre è sfumato da tempo ma nel cantiere i lavori non si fermano. Continuano infatti i trasporti eccezzionali che da Fincantieri portano i materilai nell'area della ricostruzione. Nell'agenda dei lavori si punta a vedere montate 8 sulle 19 totali, le campate del nuovo ponte entro il 31 dicembre. Di queste 3 sono già state varate dall'1 ottobre. Al momento sono rispettati i lavori di elevazione delle pile. Quelle già pronte per sostenere nuove parti di ponte sono la 3 e 4 insieme alla 7 e 8 al cantiere di ponente, la 14 e 15 su quello di levante. A terra si lavora all'assemblaggio di due campate da 50 metri e di una da 100 ma affinché l'avanzamento dei lavori non rallenti rispetto all'obiettivo dell'inaugurazione a aprile 2020 bisognerà lavorare contemporaneamente su un maggior numero di componenti che non sono ancora arrivate da Fincantieri.
I LAVORI - L'ingegner Paolo Costa, vicepresidente degll'ordine degli ingegneri di Genova spiega le difficoltà delle operazioni che si stanno svolgendo in questi giorni nel maxi cantiere: "Si lavora sulle saldature, sono saldatura di grandi difficoltà che di solito si tende a farle in officina ma in questo caso non è possibile. Il vento, la polvere e il freddo condizionano queste operazioni perchè vanno eseguite in estrema sicurezza e con estrema precisione e attenzione". Tra gli impalcati più complessi da portare in quota ci sono quelli da 100 metri. "Il loro ingombro è molto elevato - spiega ancora Costa -, solevare strutture di cento metri è un'operazione difficile perchè proprio durante la fase del loro sollevamento la struttura si deformerà, come è normale che sia. Poi in quota dovranno essere appoggiate e saldate alle altre parti del viadotto. E' un'operazione estrememente complessa. Gli spazi di cantieri impongono un lavoro diverso rispetto a quanto fatto in predeneza" conclude Costa.
IL COMMENTO
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