curiosità

Flussi migratori dall'estero in diminuzione in base al report
3 minuti e 15 secondi di lettura
Nel 2018 il volume complessivo delle cancellazioni anagrafiche per l'estero è di 157mila unità, in aumento dell'1,2% rispetto all'anno precedente. Le emigrazioni dei cittadini italiani sono il 74% del totale (116.732). Rispetto alla popolazione italiana residente nelle province, sono Imperia e Bolzano (entrambe 3,6 per 1.000) le province da cui i giovani partono di più.

Il Regno Unito è il Paese che continua ad accogliere la maggioranza degli italiani emigrati all'estero (21mila), seguono Germania (18mila), Francia (circa 14mila), Svizzera (quasi 10mila) e Spagna (7mila). In questi cinque paesi si concentra complessivamente il 60% degli espatri di concittadini. L'andamento dei flussi migratori in ingresso nell'ultimo decennio per macro-aree di provenienza evidenzia, invece, un calo generale delle immigrazioni per tutti i paesi esteri.

È quanto emerge dal report Istat 'Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche della popolazione residente' riferito all'anno 2018. Se si considera il numero dei rimpatri (iscrizioni anagrafiche dall'estero di cittadini italiani), pari a 46.824, il calcolo del saldo migratorio con l'estero degli italiani (iscrizioni meno cancellazioni anagrafiche) restituisce un valore negativo di 69.908 unità. Il tasso di emigratorietà dei cittadini italiani è pari a 2,1 per 1.000.
 
Nel decennio 1999-2008 gli italiani che hanno trasferito la residenza all'estero sono stati complessivamente 428mila a fronte di 380mila rimpatri, con un saldo negativo di 48mila unità. Dal 2009 al 2018 si è registrato un significativo aumento delle cancellazioni per l'estero e una riduzione dei rientri (complessivamente 816mila espatri e 333mila rimpatri); di conseguenza, i saldi migratori con l'estero dei cittadini italiani, soprattutto a partire dal 2015, sono stati in media negativi per 70mila unità l'anno.

La regione da cui emigrano più italiani, in valore assoluto, è la Lombardia con un numero di cancellazioni anagrafiche per l'estero pari a 22 mila, seguono Veneto e Sicilia (entrambe oltre 11 mila), Lazio (10 mila) e Piemonte (9 mila). In termini relativi, rispetto alla popolazione italiana residente nelle regioni, il tasso di emigratorietà più elevato si ha in Friuli-Venezia Giulia (4 italiani su 1.000 residenti), Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta (3 italiani su 1.000), grazie anche alla posizione geografica di confine che facilita i trasferimenti con i paesi limitrofi.

Tassi più contenuti si rilevano nelle Marche
(2,5 per 1.000), in Veneto, Sicilia, Abruzzo e Molise (2,4 per 1.000). Le regioni con il tasso di emigratorietà con l'estero più basso sono Basilicata, Campania e Puglia, con valori pari a circa 1,3 per 1.000. A un maggior dettaglio territoriale, i flussi di cittadini italiani diretti verso l'estero provengono principalmente dalle prime quattro città metropolitane per ampiezza demografica: Roma (8 mila), Milano (6,5 mila), Torino (4 mila) e Napoli (3,5 mila).

In termini relativi, tuttavia,
rispetto alla popolazione italiana residente nelle province, sono Imperia e Bolzano (entrambe 3,6 per 1.000), seguite da Vicenza, Trieste e Isernia (3,1 per 1.000) ad avere i tassi di emigratorietà provinciali degli italiani più elevati; quelli più bassi si registrano invece a Parma e Matera (1 per 1.000). Quanto al flusso opposto, cioè le migrazioni nel nostro Paese, le iscrizioni anagrafiche dall'estero registrate nel corso del 2018 ammontano a 332.324, in calo del 3,2% rispetto all'anno precedente; di queste, 286mila riguardano cittadini stranieri (86% del totale).

MIGRANTI IN ARRIVO DALL'EUROPA - Nel 2018 le iscrizioni anagrafiche dall'estero più numerose provengono, in valore assoluto, da paesi europei: la Romania con 37mila ingressi (11% del totale) si conferma il principale Paese di origine seppur in deciso calo (-10% rispetto al 2017). Meno numerosi i flussi provenienti dall'Albania (oltre 18mila) ma in forte aumento rispetto all'anno precedente (+16%). Seguono le iscrizioni da Ucraina (8mila, -2%), Germania (oltre 7mila, +9%) e Regno Unito (poco meno di 7mila, +12%). Per gli ultimi due flussi si tratta prevalentemente di cittadini italiani che fanno rientro in patria dopo un soggiorno all'estero.

MIGRANTI IN ARRIVO DALL'AFRICA - Sempre consistenti, ma nettamente in diminuzione, le immigrazioni provenienti dal continente africano, in particolare quelle provenienti da Nigeria (18mila, -24%), Senegal (9mila, -20 %), Gambia (6mila, -30%), Costa d'Avorio (5mila, -27%) e Ghana (5mila, -25%) che durante il 2017 avevano fatto registrare aumenti record. Il Marocco è l'unico paese africano che segna una variazione positiva rispetto all'anno precedente (17mila, +9%).