
Lo scorso 8 gennaio il tribunale di Padova ha infatti respinto il piano di rientro e dichiarato fallita una società del gruppo, la Abaco 101 Cineplex che controlla alcune sale in zona e rappresentata da Michela Ferrero (nella foto da Facebook con il padre). Ne dà notizia il “Corriere della Sera” sottolineando che si tratta di un dissesto di pochi milioni e per questo assai eloquente, con le banche creditrici che avevano già portato a sofferenza e rivenduto i loro crediti. Il piano concordatario consisteva in un rimborso intorno all’8% per la maggior parte dei crediti, erariali e previdenziali compresi, 'degradati a chirografo', ovvero il livello più basso della tutela.
Nel bilancio, comunque si fissava in 102.691 euro annui la retribuzione del liquidatore: la stessa figlia di Ferrero. La società di famiglia Holding Max (l’80% è in mano a Vanessa, l’altra figlia) avrebbe dovuto assicurare «nuova finanza esterna», conferendo un terreno che avrebbe funzionato da parcheggio per il multisala. In realtà ci volevano soldi che non si sono visti. E il tribunale di Padova, respingendo la proposta di concordato, ha rimarcato una carenza strutturale: nessuna «analisi critica e motivata dei profili di responsabilità dell’organo gestorio» (in ultimo il liquidatore), cioè la possibilità di avviare azioni risarcitorie, anche perché la società, incredibilmente, «versa in una condizione di scioglimento fin dal marzo 2012». Superfluo precisare che anche l’organo di gestione era emanazione dei Ferrero.
IL COMMENTO
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