salute e medicina

Attesa per la comunicazione ufficiale
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 "La giunta sarebbe in qualche modo orientata a proseguire il fermo didattico fino a domenica. Ma decideremo nel pomeriggio" così in consiglio regionale il presidente Toti. "Penso che sia la decisione più giusta da prendere, dicendo anche che a scuola si dovrà ben tornare - ha detto il governatore -. Credo che il ritorno alla normalità si avrà solamente se adotteremo le misure per sconfiggere l'espandersi del virus. Ci sono solo due cose che in questi giorni complicati guidano le mie decisioni: la scienza e la salute dei cittadini. E sarà così anche oggi".

Cresce l'attesa per la decisione ufficiale sulla riapertura o meno delle scuole nella Città metropolitana di Genova e nelle province di Spezia e Imperia. Resteranno chiuse in provincia di Savona dove restano in vigore le misure restrittiva già presenti la scorsa settimana. (QUI L'ORDINANZA DELLA REGIONE LIGURIA).

 
Il governatore Toti, nel corso del Consiglio regionale, non ha escluso la possibilità che l'area soggetta a delimitazioni possa essere ridotta. "Nelle prossime ore valuteremo di poter liberare dal decreto dei ministri alcune aree del savonese che non destino particolare preoccupazione - spiega Toti -. Questo ovviamente lo valuteremo con le amministrazioni, le aree del savonese indenni dal coronavirsus potrebbero iniziare a tornare alla normalità".

Nel frattempo, l’ANP (Associazione Nazionale dei dirigenti pubblici), sulla base delle segnalazioni pervenute all’associazione dai dirigenti scolastici, evidenzia alcune criticità riconducibili da una parte a non corrette informazioni rilasciate dai mezzi di comunicazione e dall’altra alla oggettiva impossibilità per le istituzioni scolastiche di dotarsi in modo adeguato del materiale igienico-sanitario per gli adempimenti previsti dalle disposizioni vigenti. “In particolare, sotto il primo aspetto, la comunicazione rilasciata ai mezzi di informazione che in ogni aula dovevano essere collocati dispensatori di disinfettante o antisettico per le mani (cosa non specificata dai DPCM e dalle ordinanze di codesta regione e di fatto impossibile considerato il numero di classi di ogni istituto) sta determinando nell’opinione pubblica, e in particolare nell’utenza scolastica, il convincimento della obbligatorietà per le scuole di provvedere a tale presidio igienico -sanitario con la conseguenza della attivazione di un diffuso contenzioso con i responsabili scolastici in ordine alla mancata attuazione di tale misura precauzionale. Si rende pertanto necessaria una precisazione riguardo alla insussistenza del predetto obbligo”, si legge nella nota.


“Prendendo atto di quanto specificato nella comunicazione di Alisa del 2 marzo circa la tipologia dei prodotti da utilizzare , è appena il caso di fare presente che le ditte non sono in grado nei tempi utili di provvedere alle forniture richieste. Il quadro di questa situazione potrà essere definito in giornata a seguito dell’indagine conoscitiva disposta dall’USR. Infine, per quanto attiene alla comunicazione relativa alle assenze per le quali non è previsto il certificato medico di cui alla nota Alisa 5143 del 2 marzo, si segnala la necessità di un riesame, circa la sua praticabilità, anche alla luce del parere del Garante per la protezione dei dati personali del 2 marzo 2020”, si conclude la nota.