Ennesimo cambio di rotta per il calcio. Le prossime partite si giocheranno nel fine settimana a porte chiuse, con Sampdoria-Verona sabato 7 marzo alle 20,45 a Marassi e Milan-Genoa domenica 8 marzo alle 12,30 a San Siro. Quattro ore di Consiglio di Lega nel Salone d’Onore del Coni non hanno chiarito tutti i dubbi.
Per ora la Lega lascia la giornata più o meno come era stata pianificata due giorni fa con Sampdoria-Verona sabato sera, Udinese-Fiorentina domenica ma alle 18 (su richiesta dei viola) e le altre quattro partite il lunedì. Quando il decreto del governo sarà firmato e diventerà ufficiale, la Lega prenderà atto degli ordini superiori e le partite del lunedì dovrebbero tutte essere anticipate alla domenica: il Milan contro il Genoa alle 12.30, la Juventus con l’Inter alle 20.45. L’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta, lasciando il Foro Italico, resta vago e dice: «Domenica o lunedì il Consiglio è andato bene, bisogna navigare a vista perché siamo in emergenza. Conta che il calcio riparte: nel weekend giocheremo…».
La decisione non è stata priva di asprezze per arrivarvi. Dopo aver insistito per recuperare Inter-Sampdoria prima di Juve-Inter si è rimessa alla volontà della maggioranza. In 19 avevano votato il calendario. Qualcuno ha minacciato la richiesta di risarcimento danni, qualcuno pretendeva di far slittare l’intera 27ª giornata il 13 maggio anziché praticare lo scivolamento del calendario.
Ma lo scenario è in continua evoluzione. Il summit della Lega, una volta finito il Consiglio, si è trasferito in via Allegri, al cospetto del presidente della Federcalcio Gravina. L’assemblea, invece, non si è svolta mancando il numero legale. Resta quindi la solita intollerabile incertezza.
Una sola cosa è certa: si giocherà a porte chiuse. Il decreto non c’è ancora, ma il ministro dello Sport, Spadafora, lo ha confermato: «Si va verso il provvedimento delle porte chiuse».
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Sampdoria-Verona sabato 7 marzo alle 20,45, Milan-Genoa domenica 8 alle 12,30
L'assemblea di Lega partorisce un tormentatissimo armistizio, accettando le porte chiuse
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